sabato 5 ottobre 2019

Inquietudini umane, al Chiostro del Bramante in mostra gli artisti della Scuola di Londra


Il Chiostro del Bramante riapre la stagiona autunnale con un’imperdibile mostra dedicata agli artisti della Scuola di Londra.
Si tratta di pittori nati tra i primi del ‘900 e gli anni 30, provenienti da paesi e culture diverse, accomunati dall’aver trovato in Londra la città ideale in cui vivere ed esprimersi attraverso la propria arte. Tra questi spiccano Bacon, nato a Dublino e arrivato nella capitale inglese a soli 15 anni e Freud, nipote del famoso psicoanalista che, da Berlino, scappa a Londra, per sfuggire al nazismo.
Visitando le sale del Chiostro si nota immediatamente che ad unire questi artisti è la capacità di rendere tangibile la tristezza e l’inquietudine umana.
            

             “L’URLO MI VIENE BENE, MA HO MOLTI PROBLEMI CON IL SORRISO”

Queste parole di Bacon che compaiono a caratteri cubitali su una parete  lungo il percorso espositivo sintetizzano perfettamente la poetica della sua arte e ci introducono alle sue opere. 
Le  tele dai toni cupi sono dominate da immagini surreali; dai corpi deformati e distorti, che sembrano guardare al cubismo, emergono occhi severi e bocche inquiete, e poi ancora ecco l’urlo, questa volta ben visibile in Study for a Portrait, immagine  del tormento umano.


Bacon 




Con uno stile realistico, quasi opposto a quello deformante di Bacon, anche i ritratti di Freud ci parlano dell’inquietudine e della fragilità umana.
Come il nonno psicoalista, anche Lucian Freud servendosi della pittura,  vuole indagare l’animo umano.  In Freud il protagonista della scena è la figura umana, l’artista ritrae i parenti e gli amici; le loro rughe, le espressioni dei volti  e degli sguardi ci raccontano ciò che stanno sentendo.

Freud 




Ma è con la serie dei nudi che l’artista ci spiazza.

Ad imbarazzarci non è tanto la nudità fisica, ma in queste tele  Freud spoglia l’anima del soggetto ritratto. I corpi abbandonati o in  preda a torsioni e contorsioni sono immagine dell’inquietudine interiore e il visitatore della mostra si sente a disagio per essere entrato con prepotenza, con il suo sguardo indiscreto e indagatore,  in quello spazio così intimo e privato del soggetto ritratto.



Freud 

Oltre alle tele di Bacon e  Freud in mostra si potranno ammirare anche quelle di Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff e Paula Rego, gli altri protagonisti della School of London,  tutte provenienti dalla Tate di Londra.
La mostra sarà aperta fino al 23 febbraio 2020.


domenica 25 novembre 2018

“Chambrum Rangeam”: Dorothy Circus Gallery, Seth torna a Roma




E' stata inaugurata ieri, sabato 24 novembre, alla Dorothy Circus Gallery di Roma, la mostra “Chambrum Rangeam” Metti in ordine la tua stanza, dell'artista francese Julien Malland in arte Seth

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Dorothy Circus Gallery
                                 

Seth, street artist francese già noto a Roma per aver realizzato numerosi murales questa volta torna nella Capitale con un'esposizione delle sue opere dominate dalle inconfondibili atmosfere magiche e surreali.
Gli appassionati di street art ricorderanno i murales di Seth realizzati sui muri della metro Spagna, il Bambino redentore, dipinto su una delle palazzine di Tormarancia per ricordare Luca, il piccolo abitante del quartiere morto a causa di un incidente e ancora le splendide immagini dell'Ex saponificio Mira Lanza diventato oggi il Museo abusivo gestito dai Rom.

                                            
Metro Spagna
                                             

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Tormarancia: Bambino Redentore
                                            

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Mira Lanza: Magr, Museo abusivo gestito dai Rom
                                          
I bambini, sempre protagonisti delle opere dell'artista francese, immersi in luoghi senza tempo ed onirici, sono immagine dell'innocenza perduta, ci riportano alla mente il Fanciullino di pascoliana memoria e La Ricerca del Tempo Perduto di Marcel Proust.

      

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Mira Lanza: Magr, Museo abusivo gestito dai Rom
                              
Le sue opere sono un inno all'amore e all' incontro tra popoli e culture e invitano a porre la nostra attenzione e riflettere sui problemi sociali della nostra epoca.


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Dorothy Circus Gallery


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Dorothy Circus Gallery
Dorothy Circus Gallery

                                                    
 “Metti in ordine la tua camera”, sono parole abbastanza comuni che ognuno di noi ha sentito pronunciare almeno una volta dalla propria madre quando era piccolo; questa stanza è la stessa in cui l'artista ci invita a ritrovare le nostre fantasie perdute, le emozioni e i sentimenti più puri e profondi.
Non solo a Roma, "Chambrum Rangeam" è una doppia mostra, le opere di Seth sono esposte contemporaneamente alla Dorothy Circus Gallery di Londra, per gli appassionati sarà l'occasione per visitare anche la mostra inglese.
All'inaugurazione romana era presente l'artista che ha incantato gli spettatori realizzando al momento e regalando schizzi delle sue opere.


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Seth



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Schizzo

                                       
                                                   


                       

lunedì 9 luglio 2018

Eco e Narciso, ritratto e autoritratto nelle collezioni del Maxxi e della Galleria Nazionale Barberini Corsini; la mostra celebra l'apertura delle nuove sale di Palazzo Barberini

A Palazzo Barberini si celebra l'apertura di 11 nuove sale con la mostra "Eco e Narciso, ritratto e autoritratto nelle collezioni del Maxxi e della Galleria Nazionale Barberini Corsini".

Partendo dal mito di Eco e Narciso l'esposizione apre una riflessione sul ritratto e l'autoritratto, sulla celebrazione e l'autocelebrazione, sull’immagine dell’artista che, nel '600 così come ai nostri giorni, è allo stesso tempo Eco e Narciso, intento a seguire un'immagine, un riflesso.

La bellissima ninfa Eco si innamorò del giovane Narciso ma il suo rifiuto la condusse ad uno struggimento tale che ben presto la portò alla morte. Narciso venne quindi punito per la sua insensibilità; il giovane sì innamorò perdutamente della propria immagine riflessa in una pozza d'acqua di sorgente e, piegandosi per afferrarla, morì.




Il Narciso di Caravaggio, che alcuni invece attribuiscono allo Spadarino, già presente nelle sale dei caravaggeschi della collezione di Palazzo Barberini, è ora posto nella splendida Sala Ovale intento a dialogare con Eco che cade nel vuoto di Giulio Paolini; il rapporto che si istaura tra il dipinto seicentesco e l'istallazione contemporanea è sublime.



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Eco e Narciso - Paolini e Caravaggio


L'incontro tra antico e moderno prosegue nelle altre sale del palazzo; nel Salone di Pietro da Cortona il Trionfo della divina provvidenza, l'immenso affresco con cui l'artista toscano celebrò la famiglia Barberini, sovrasta i ritratti autocelebrativi di Luigi Ontani.



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Salone di Pietro da Cortona con opere di Luigi Ontani


In mostra non poteva mancare un'altra icona simbolo della collezione Barberini, la Fornarina di Raffaello che con la Maddalena di Piero di Cosimo è accostata all’opera di Monica Bonvicini.




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Fornarina - Raffaello





Di forte impatto è poi il ritratto di Beatrice Cenci, attribuito a Guido Reni, posto nella Cappella di Palazzo Barberini. La donna è stata giustiziata a 22 anni nel 1599 a Roma per aver ammazzato il padre che la violentava; si dice che il ritratto sia stato realizzato in carcere la notte prima della morte della Cenci.




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Beatrice Cenci - Guido Reni




Il percorso della mostra di Palazzo Barberini si conclude nella Sala dei Marmi dove il busto di Urbano VIII, opera di Gian Lorenzo Bernini, è circondato dai grandi ritratti di Giovanni Paolo II e Mao di Yan Pei-Ming, chiare rappresentazioni del potere temporale e spirituale tra passato e presente, tra Oriente e Occidente.


Negli spazi del Maxxi, invece, la sensualissima scultura settecentesca “La Velata” di Antonio Corradini e affiancata dall’immagine di una performance di Vanessa Beecroft, “VB74”.


La mostra sarà aperta fino al 28 ottobre.

lunedì 16 aprile 2018

Liu Bolin, l'uomo invisibile arriva a Roma



Al Complesso del Vittoriano si celebra Liu Bolin, l'uomo invisibile.


Era il 2005 quando l'amministrazione di Pechino ordinò di abbattere il quartiere Suojia Village dove risiedevano molti artisti indipendenti e critici con il governo; anche l'atelier di Liu Bolin venne distrutto e l'artista decise di mimetizzarsi con le macerie del suo studio, diventando parte di esse, e farsi fotografare.

Divulgata, la foto divenne simbolo di una protesta silenziosa che consacrò la fama dell'artista cinese.


Liu Bolin tra le macerie del suo studio






Nelle foto esposte in mostra il maestro del camouflage si nasconde tra le vie di Pechino, tra i canali di Venezia, i musei romani, le sale della Reggia di Caserta e i dipinti pompeiani.





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                         Reggia di Caserta



















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Pompei




Accanto alle foto, in mostra i video e i vestiti dipinti (usati dall'artista per mimetizzarsi con gli sfondi delle location dei suoi lavori) ci aiutano a comprendere maggiormente la fase di preparazione dei suoi lavori.


Alcune foto testimoniano le collaborazioni dell'artista con le grandi case di moda quali Missoni e Valentino, dalle collaborazioni con gli stilisti è nata la campagna pubblicitaria di Moncler.



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Migrants




Toccante è l'ultima sezione della mostra, i cui scatti ci invitano a meditare sul dramma vissuto dai migranti, sono immagini di forte impatto ma anche di speranza per un futuro migliore.


La mostra sarà aperta fino a luglio.

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Migrants
                                                                                                     Anna

giovedì 1 marzo 2018

"Frida, oltre il mito": a Milano si celebra Frida Kahlo



Milano celebra Frida Kahlo dedicandole una grande mostra al Mudec, il Museo delle culture. In esposizione si potranno ammirare dipinti, disegni, nonché fotografie e lettere che ci danno la possibilità di conoscere la donna oltre che la pittrice, offrendo così allo spettatore un'immagine di Frida che vada "oltre il mito".


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Nickolas Muray:Frida
Le fotografie del padre, Wilhelm Kahlo, ci raccontano dell'infanzia e della famiglia di Frida. Accanto a queste immagini dal sapore intimo e privato troviamo quelle scattate, tra gli altri, da Lucienne Bloch e Nickolas Muray; si tratta di splendidi ritratti della Kahlo ormai adulta, talvolta lo sguardo di Frida è intenso e pensieroso in altri scatti, invece, mostra con orgoglio i tipici abiti messicani dai colori variopinti e le acconciature floreali per cui ancora oggi è celebrata come icona di stile e originalità.

Lungo il percorso della mostra conosceremo anche gli amori della Kahlo; a parlarci del sentimento che la legò, in giovane età, ad Alejandro, sono il ritratto del ragazzo e le lettere che gli scrisse, esposte in una delle prime sale.





"Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l'altro fu Diego"

L'amore tormentato che provò per il marito Diego Rivera si può scoprire guardando le numerose fotografie che li ritraggono insieme, un filmato originale della coppia e, sopratutto,  un autoritratto in cui Diego, rappresentato al centro della fronte di Frida, diventa il centro ossessivo dei suoi pensieri.

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri)
                             

Il dolore fisico e psichico, causato dall'incidente che cambiò e stravolse la sua vita, è un tema ricorrente degli autoritratti della Kahlo; Autoritratto con collana di spine, Il cervo Frida e la Colonna spezzata, sono dipinti di straziante bellezza che raccontano, come in una sorta di diario per immagini, la sofferenza della donna, mettendo in luce, al tempo stesso, la sua fragilità e la sua forza.

Frida Kahlo: Colonna rotta (opera del 1944)
Frida Kahlo: Colonna spezzata
Ad avvicinarci maggiormente al dolore della Kahlo sono le fotografie di Graciela Iturbide, allieva di Bravo Alvarez, esposte nell'ultima sala del Mudec.


In una stanza dai toni cupi, volutamente in contrasto con i toni squillanti delle altre sale, sono esposte le immagini che la fotografa scattò nel 2007 nel bagno di Frida, l'unico ambiente grigio della Casa Azul e interdetto al pubblico.


El baño de Frida, Coyoacán, Ciudad de México
Graciela Iturbide: Il bagno di Frida
Gli scatti rappresentano i busti, le stampelle e le protesi della pittrice messicana, il bianco e nero usato dalla fotografa rende più reale e vivo il dolore della Kahlo.


La mostra sarà aperta fino al 3 giugno 2018.


                                                                                     Anna Carla Angileri

sabato 10 febbraio 2018

Artisti all'Opera, a Palazzo Braschi la storia del Teatro dell'Opera di Roma

La storia del Teatro dell'Opera di Roma è raccontata dalla mostra "Artisti all'Opera" esposta al Palazzo Braschi.

La mostra ci trasporta idealmente dietro le quinte, per scoprire il lavoro degli artisti che hanno reso grandi le opere liriche in scena al Teatro di Roma. Ciò che di solito uno spettatore vede da lontano, seduto in platea, attraverso questa esposizione può essere ammirato da un punto di vista esclusivo e ravvicinato.
In mostra sono esposti non solo preziosi filmati d'archivio dell'Istituto Luce, ma anche fotografie, bozzetti per le scenografie e soprattutto gli splendidi abiti di scena.


Picasso: Cappello a tre punte



Inoltre scopriremo come alcuni dei più grandi pittori del'900 abbiano messo il loro estro a disposizione della lirica; potremo ammirare gli originalissimi abiti ideati da Picasso per Il cappello a tre punte del 1919,  il sipario realizzato da Giorgio De Chirico per l'Otello del 1963 o il bozzetto per la Carmen creato da Guttuso nel 1970.



Valentino: Traviata


 Questo viaggio nel tempo si conclude ai nostri giorni, e chi ha già visto o vedrà, nelle prossime settimane, La Traviata diretta da Sofia Coppola, potrà ammirare da vicino gli splendidi abiti realizzati da Valentino.


La mostra, imperdibile per tutti gli appassionati di lirica, sarà aperta fino all'11 marzo.

sabato 16 dicembre 2017

Leica, al Vittoriano si celebra la storia della fotografia


Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei. Per me è la macchina fotografica.

Con queste parole Henri Cartier-Bresson descrive la macchina fotografica con cui realizzò i suoi più grandi capolavori.


Dal 16 novembre, al Complesso del Vittoriano, una mostra racconta i 100 Anni di fotografia Leica; la compatta "Ur-Leica", infatti, rivoluzionò il modo di fare fotografia, sostituendo i pesanti apparecchi usati fino a quel momento.


In mostra sono esposte, 350 stampe originali dei fotografi che utilizzarono la Leica dagli anni '20 del '900 fino ad oggi, filmati, locandine vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri.

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 Dal bianco e nero al colore, dai primi scatti dell’inventore Oskar Barnack alla rivoluzione del digitale, dalle foto che hanno fatto la storia come quella che ritrae Che Guevara realizzata da Alberto Korda, all'iconico Bacio di Alfred Eisenstaed, al ritratto di Kate Moss di Paolo Roversi, e poi ancora dai reportage di guerra di Robert Capa alle fotografie di moda di Christer Strömholm, scopriremo l'eclettismo della Leica, che ieri, come ancora oggi, viene utilizzata da fotografi e per scopi molto diversi.

Risultati immagini per leica vittoriano


Oltre ai famosissimi scatti del già citato Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin la mostrra del Vittoriano ci darà la possibilità di avvicinarci al lavoro di numerosi maestri che nell'ultimo secolo hanno scritto, con i loro obiettivi, la storia della fotografia firmata Leica.

                                                                                                                    Anna