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lunedì 9 luglio 2018

Eco e Narciso, ritratto e autoritratto nelle collezioni del Maxxi e della Galleria Nazionale Barberini Corsini; la mostra celebra l'apertura delle nuove sale di Palazzo Barberini

A Palazzo Barberini si celebra l'apertura di 11 nuove sale con la mostra "Eco e Narciso, ritratto e autoritratto nelle collezioni del Maxxi e della Galleria Nazionale Barberini Corsini".

Partendo dal mito di Eco e Narciso l'esposizione apre una riflessione sul ritratto e l'autoritratto, sulla celebrazione e l'autocelebrazione, sull’immagine dell’artista che, nel '600 così come ai nostri giorni, è allo stesso tempo Eco e Narciso, intento a seguire un'immagine, un riflesso.

La bellissima ninfa Eco si innamorò del giovane Narciso ma il suo rifiuto la condusse ad uno struggimento tale che ben presto la portò alla morte. Narciso venne quindi punito per la sua insensibilità; il giovane sì innamorò perdutamente della propria immagine riflessa in una pozza d'acqua di sorgente e, piegandosi per afferrarla, morì.




Il Narciso di Caravaggio, che alcuni invece attribuiscono allo Spadarino, già presente nelle sale dei caravaggeschi della collezione di Palazzo Barberini, è ora posto nella splendida Sala Ovale intento a dialogare con Eco che cade nel vuoto di Giulio Paolini; il rapporto che si istaura tra il dipinto seicentesco e l'istallazione contemporanea è sublime.



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Eco e Narciso - Paolini e Caravaggio


L'incontro tra antico e moderno prosegue nelle altre sale del palazzo; nel Salone di Pietro da Cortona il Trionfo della divina provvidenza, l'immenso affresco con cui l'artista toscano celebrò la famiglia Barberini, sovrasta i ritratti autocelebrativi di Luigi Ontani.



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Salone di Pietro da Cortona con opere di Luigi Ontani


In mostra non poteva mancare un'altra icona simbolo della collezione Barberini, la Fornarina di Raffaello che con la Maddalena di Piero di Cosimo è accostata all’opera di Monica Bonvicini.




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Fornarina - Raffaello





Di forte impatto è poi il ritratto di Beatrice Cenci, attribuito a Guido Reni, posto nella Cappella di Palazzo Barberini. La donna è stata giustiziata a 22 anni nel 1599 a Roma per aver ammazzato il padre che la violentava; si dice che il ritratto sia stato realizzato in carcere la notte prima della morte della Cenci.




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Beatrice Cenci - Guido Reni




Il percorso della mostra di Palazzo Barberini si conclude nella Sala dei Marmi dove il busto di Urbano VIII, opera di Gian Lorenzo Bernini, è circondato dai grandi ritratti di Giovanni Paolo II e Mao di Yan Pei-Ming, chiare rappresentazioni del potere temporale e spirituale tra passato e presente, tra Oriente e Occidente.


Negli spazi del Maxxi, invece, la sensualissima scultura settecentesca “La Velata” di Antonio Corradini e affiancata dall’immagine di una performance di Vanessa Beecroft, “VB74”.


La mostra sarà aperta fino al 28 ottobre.

giovedì 13 luglio 2017

Da Caravaggio a Bernini, in mostra le opere delle Collezioni Reali di Spagna



“Da Caravaggio a Bernini Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna”
, la grande mostra aperta a Roma alle Scuderie del Quirinale, intende celebrare attraverso una straordinaria selezione di dipinti e sculture gli strettissimi legami che unirono la corte spagnola e gli stati italiani nel corso del XVII secolo.

Molti furono i dipinti che i governanti italiani donarono per guadagnarsi il favore dei sovrani di Spagna così come molte altre opere vennero commissionate direttamente dalla corte spagnola e dai rappresentanti della monarchia in Italia, alla morte dei quali le opere accrebbero la collezioni reali.

L'apprezzamento dell'arte italiana da parte degli spagnoli è testimoniata sia dagli inviti a lavorare a corte rivolti a pittori come Luca Giordano, attivo in Spagna per un decennio, che dai numerosi viaggi in Italia di molti artisti iberici, come Josè de Ribera che, giunto a Roma nel 1606, trascorse gran parte della sua vita a Napoli; in questo modo le due culture si influenzarono considerevolmente.
Caravaggio


Nelle sale delle Scuderie del Quirinale potremo quindi ammirare splendidi dipinti di artisti italiani tra cui “Lot e le sue figlie” di Guercino o “La conversione di Saulo” di Guido Reni donate dal principe Ludovisi a Filippo IV allo scopo di garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino, la “Salomè con la testa di Battista” di Caravaggio comprata dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia e la “Santa Caterina” di Guido Reni opera che testimonia la perfetta fusione dell'idealismo e del naturalismo caravaggesco.

Tra le opere di pittori spagnoli spicca “La tunica di Giuseppe” imponente tela di Velazquez realizzata dopo il suo primo soggiorno italiano, il dipinto infatti rivela una certa vicinanza allo stile di Caravaggio e della scuola bolognese.

Velazquez


Tra le opere scultoree presenti in mostra troveremo capolavori di Algardi e di Bernini tra cui un modellino della Fontana dei Fiumi e un Crocifisso, proveniente dal monastero di San Lorenzo dell'Escorial, raramente accessibile al pubblico.

Quando il Museo Reale, oggi Museo del Prado, voluto da Ferdinando VII e dalla moglie Isabella di Braganza, venne inaugurato, ospitava esclusivamente le opere provenienti dalla collezione reale,alcune rimasero presso la residenza a disposizione dei monarchi, i cosiddetti Reales Sitios.

La mostra aperta dal 14 aprile potrà essere visitata fino al 30 luglio.

                                                                                                           Anna Carla Angileri