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giovedì 13 febbraio 2020

San Valentino, l'amore nell'arte


L’incontro tra arte e amore ha dato vita, nel corso dei secoli, a numerosi capolavori; le varie forme dell’amore, l’amore sacro, romantico, totalizzante ma anche infelice, tormentato o doloroso è stato rappresentato da numerosi artisti per cui, nel giorno di San Valentino, ricordiamo le storie d’amore più celebri nell’arte.


L’AMORE SACRO

Risale al medioevo il primo vero bacio della storia dell’arte sacra italiana.

Il rivoluzionario Giotto, infatti, nel 1300, abbandonando la rigidezza inespressiva dell’arte bizantina, si apre alla rappresentazione degli stati d’animo, delle emozioni, dei sentimenti e dell’amore; ne è esempio “L’incontro di Anna e Gioacchino alla Porta Aurea” l’affresco realizzato dall’artista nella Cappella degli Scrovegni di Padova.


Giotto di Bondone - No. 6 Scenes from the Life of Joachim - 6. Meeting at the Golden Gate - WGA09176.jpg
Giotto: Anna e Gioacchino


L’opera mostra il momento dell’intenso incontro tra Anna e Gioacchino che, secondo il Vangelo dello Pseudo Matteo, avvenne davanti alla Porta Aurea di Gerusalemme.

Gioacchino proviene da sinistra, seguito da un pastore, mentre Anna da destra, seguita da un gruppo di donne. I due consorti vanno incontro l’uno all’altra e, subito fuori dalla porta, su un ponticello, si abbandonano ad un umanissimo, tenero ed intenso bacio.

Il pittore rappresenta magistralmente l’emozione dell’incontro in un intreccio di mani, occhi, nasi, braccia e bocche.

Gli occhi di Gioacchino sono fissi sulla moglie mentre la tiene tra le sue braccia, anche gli occhi di Anna sono fissi sull’amato e le sue mani accarezzano teneramente i capelli e la barba di lui mentre le bocche si sfiorano dolcemente.

Se Gioacchino appare più timido nell’esternazione dei sentimenti, stupisce come, in un’opera del ‘300, Anna, una donna, oltre che una Santa, esprimendo tutto il suo amore, assuma una posa così terrena.


RITRATTI CONIUGALI

Raffaello: I Doni

Tra i più famosi ritratti coniugali vanno ricordati quelli commissionati a Raffaello per celebrare l’unione, avvenuta pochi anni prima, dell’aristocratica Maddalena Strozzi con il mercante d’arte Agnolo Doni.

Entrambi i coniugi si stagliano su un luminoso e soleggiato paesaggio naturale e, volgendo lo sguardo verso lo spettatore, sfoggiano abiti e gioielli sontuosi che rivelano il loro status sociale.

Le pietre della collana indossata da Maddalena hanno un particolare significato riconducibile alle virtù coniugali: lo smeraldo indica la castità, il rubino la forza e lo zaffiro indica la purezza, inoltre, la grossa perla a forma di goccia, è il simbolo di fedeltà matrimoniale.



LA DONNA AMATA



Raffaello: Fornarina

Sempre a Raffaello si deve il ritratto di una bellissima ragazza conosciuta con il nome di Fornarina, in questo caso l’artista non lavora per un committente innamorato ma rappresenta la donna che lui stesso ama, Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere.

La donna è ritratta discinta, coperta appena da un velo trasparente e da un manto rosso che pone sulle gambe, ciò fa pensare che si tratti di un ritratto privato, che non doveva essere esposto al pubblico. A suggellare l’amore tra l’artista e la sua musa sembra essere la firma del pittore posta orgogliosamente sul braccio della donna.



AMORE E MORTE

Prima dell’avvento della fotografia, solo attraverso i dipinti si poteva custodire per sempre il ricordo della persona amata dopo la morte.

Tra le effigi più celebri del Rinascimento c’è indubbiamente il Dittico dei Duchi d’Urbino, Federico da Montefeltro e Battista Sforza, dipinto da Piero della Francesca.



Piero della Francesca: Duchi di Urbino


I due nobili, riccamente abbigliati, si stagliano su uno splendido e luminoso paesaggio e, seguendo la tradizione numismatica sono rappresentati in una fiera posa di profilo.

Si crede che mentre il ritratto di Federico fosse già completato nel 1465 quello di Battista Sforza sia postumo, come farebbe intendere l’iscrizione al passato. Probabilmente, quindi, il ritratto di Battista fu richiesto da Federico stesso come ricordo dell’amatissima moglie defunta.

A Lorenzo Lotto, l’artista famoso per i rebus, che amava disseminare nelle sue opere, si deve il controverso ritratto dei Coniugi dell’Ermitage.




Lorenzo Lotto: Coniugi dell’Ermitage

I due sposi sono rappresentati uno accanto all’altra, l’uomo indica uno scoiattolo addormentato e tiene in mano un cartiglio in cui si legge la scritta “Homo Nunquam“. Nonostante del dipinto siano state date diverse interpretazioni quella più romantica vuole che ad essere rappresentato sia un vedovo, il cui dolore è insanabile a differenza di quello dell’animaletto che, nonostante la tempesta che imperversa fuori, dorme. Dunque, in questo caso la donna rappresentata sarebbe il fantasma della moglie e per questo avrebbe un’espressione assente e una carnagione eccessivamente chiara, lei inoltre tiene tra le braccia un cagnolino, simbolo di fedeltà eterna.

Più recente è la storia d’amore del surrealista Chagall e la moglie Bella morta prematuramente.


Chagall: Notte Verde


Il pittore non riesce a dimenticarla quindi la ritrae costantemente nelle sue tele, nella “Notte verde” l’artista ha il volto rosso per la disperazione, così Bella, dall’aspetto angelico, con il suo abito bianco, torna sulla terra per consolare il suo amato.



AMORI INFELICI E TRADIMENTI

Lorenzo Lotto: Coniugi Cassotti

Ancora a Lorenzo Lotto si deve un ritratto coniugale che rappresenta Marsilio e Faustina Cassotti proprio nel giorno delle nozze. Il marito, dall’espressione tutt’altro che felice, sta per mettere l’anello al dito della sposa, mentre lei volge lo sguardo rassegnato allo spettatore.

L’amorino in volo, che sembra benedire l’unione, sottolinea in realtà, con un sorriso ironico, le disastrose conseguenze di un matrimonio infelice, egli infatti sta ponendo sopra le loro spalle un giogo, che simboleggia il vincolo matrimoniale ma anche i doveri di cui marito e moglie si stanno facendo carico.

Tuttavia c’è anche chi ai doveri di fedeltà coniugale viene meno e l’emblema del tradimento si nasconde proprio nel dipinto; è il caso della Dama con l’ermellino di Leonardo.


Leonardo: Dama con l’ermellino


Benché non si abbia la certezza che ad essere ritratta sia Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, si crede che l’ermellino il cui nome greco è galḗ (γαλή), alluda proprio al cognome della fanciulla. Inoltre il Moro viene ricordato come il “Bianco ermellino” e per questo sembra plausibile che il ritratto rappresenti il rapporto amoroso tra i due.




L'AMORE IRONICO

Tutta l'ironia e la genialità di Lorenzo Lotto  si rivela sopratutto nel suo Venere e Cupido dove gli oggetti sparsi tutt'attorno ai protagonisti hanno vari significati allegorici, dalla fecondità (cornucopia), al matrimonio (il mirto della ghirlanda), alla femminilità (la conchiglia, i petali di rosa). La stessa acconciatura della dea, con diadema e velo, era tipica delle spose mentre simbolo di purezza è l'orecchino a pendente con una perla. A destabilizzarci però è il gesto di Cupido che, anzicché lanciare dardi d'amore fa la pipì cercando di centrare la ghirlanda fino al ventre di Venere, chiara allusione erotica alla fertilità.


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Lotto: Venere e Cupido



L’AMORE TOTALIZZANTE


“Diego. Inizio. Diego. Costruttore. Diego. Mio ragazzo. Diego. Mio sposo. Diego. Pittore. Diego. Mio amante. Diego. Mio marito. Diego.Mio amico. Diego. Padre. Diego. Mia madre. Diego. Mio figlio. Diego. Io. Diego. Universo. Diversità nell’unità. Perché lo chiamo mio Diego? Non lo è mai stato , e non lo sarà mai. Egli appartiene solo a se stesso”
Quello che unì Frida Kahlo a Diego Rivera, è stato un amore tormentato ma totalizzante, come rivelano queste parole della pittrice messicana, un amore in grado di superare la crisi dovuta ai continui tradimenti di Rivera, i due artisti infatti si lasciarono per poi sposarsi una seconda volta e restare insieme fino alla morte della Kahlo.




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Frida Kahlo: Diego nei miei pensieri





Opera emblema di questo amore totalizzante è “Diego nei miei pensieri”, dove il volto del marito è ritratto al centro della fronte della Kahlo, diventando così il centro ossessivo dei suoi pensieri.

Totalizzante è stato anche l’amore tragico di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne. La giovane studentessa d’arte, compagna del tormentato artista livornese si suicidò al nono mese di gravidanza non potendo sopravvivere alla morte del suo grande amore. Sulla sua tomba è scritto

Modigliani: Jeanne Hébuterne

“Compagna devota fino all’estremo sacrifizio”.


AMORE (IN)FINITO

L’amore e il sodalizio artistico di Marina Abramovic ed Ulay durò 12 anni, dal 1977 al 1989. Quando finì l’amore, la separazione della famosa coppia di artisti non poté che essere rappresentata da una spettacolare performance.


Marina Abramovic ed Ulay sulla Muraglia Cinese


Nel 1989, infatti, i due artisti intrapresero il cammino lungo la Muraglia Cinese: uno dei due partì da nord e l’altro da sud e, dopo aver percorso 2500 km, Marina ed Ulay si incontrarono a metà strada per poi dirsi addio definitivamente.

Solo molti anni dopo, nel 2010, durante la performance della Abramovic “The artist is present” al MoMa di New York, Ulay sorprese tutti presentandosi, dopo più di 20 anni, al cospetto della Abramovic. L'incontro fece commuovere non solo  il pubblico ma anche l’imperturbabile Marina.



Marina e Ulay: The artist is present


                                                                                                       Anna Carla Angileri

giovedì 1 marzo 2018

"Frida, oltre il mito": a Milano si celebra Frida Kahlo



Milano celebra Frida Kahlo dedicandole una grande mostra al Mudec, il Museo delle culture. In esposizione si potranno ammirare dipinti, disegni, nonché fotografie e lettere che ci danno la possibilità di conoscere la donna oltre che la pittrice, offrendo così allo spettatore un'immagine di Frida che vada "oltre il mito".


Risultati immagini per frida vogue
Nickolas Muray:Frida
Le fotografie del padre, Wilhelm Kahlo, ci raccontano dell'infanzia e della famiglia di Frida. Accanto a queste immagini dal sapore intimo e privato troviamo quelle scattate, tra gli altri, da Lucienne Bloch e Nickolas Muray; si tratta di splendidi ritratti della Kahlo ormai adulta, talvolta lo sguardo di Frida è intenso e pensieroso in altri scatti, invece, mostra con orgoglio i tipici abiti messicani dai colori variopinti e le acconciature floreali per cui ancora oggi è celebrata come icona di stile e originalità.

Lungo il percorso della mostra conosceremo anche gli amori della Kahlo; a parlarci del sentimento che la legò, in giovane età, ad Alejandro, sono il ritratto del ragazzo e le lettere che gli scrisse, esposte in una delle prime sale.





"Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l'altro fu Diego"

L'amore tormentato che provò per il marito Diego Rivera si può scoprire guardando le numerose fotografie che li ritraggono insieme, un filmato originale della coppia e, sopratutto,  un autoritratto in cui Diego, rappresentato al centro della fronte di Frida, diventa il centro ossessivo dei suoi pensieri.

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri)
                             

Il dolore fisico e psichico, causato dall'incidente che cambiò e stravolse la sua vita, è un tema ricorrente degli autoritratti della Kahlo; Autoritratto con collana di spine, Il cervo Frida e la Colonna spezzata, sono dipinti di straziante bellezza che raccontano, come in una sorta di diario per immagini, la sofferenza della donna, mettendo in luce, al tempo stesso, la sua fragilità e la sua forza.

Frida Kahlo: Colonna rotta (opera del 1944)
Frida Kahlo: Colonna spezzata
Ad avvicinarci maggiormente al dolore della Kahlo sono le fotografie di Graciela Iturbide, allieva di Bravo Alvarez, esposte nell'ultima sala del Mudec.


In una stanza dai toni cupi, volutamente in contrasto con i toni squillanti delle altre sale, sono esposte le immagini che la fotografa scattò nel 2007 nel bagno di Frida, l'unico ambiente grigio della Casa Azul e interdetto al pubblico.


El baño de Frida, Coyoacán, Ciudad de México
Graciela Iturbide: Il bagno di Frida
Gli scatti rappresentano i busti, le stampelle e le protesi della pittrice messicana, il bianco e nero usato dalla fotografa rende più reale e vivo il dolore della Kahlo.


La mostra sarà aperta fino al 3 giugno 2018.


                                                                                     Anna Carla Angileri

sabato 6 maggio 2017

Frida Kahlo nelle immagini di Lucienne Bloch alla Thesign Gallery

©Lucienne Bloch


“Io ti odio!"

Sono queste le prime parole che Frida Kahlo disse alla fotografa Lucienne Bloch quando, durante un party al Moma di New York in onore del marito Diego Rivera, la Bloch si intrattenne tutta la sera con il muralista messicano.

Diversamente da tutte le altre donne che circondavano Rivera però, Lucienne diventò grande amica nonché confidente di Frida.
 La Bloch infatti fu accanto alla Kahlo nei momenti più difficili; durante l'aborto, la morte della madre e quando Diego la tradì con la sorella Cristina.

La mostra “Lucienne Bloch: dentro la vita di Frida Kahlo” organizzata alla Thesign Gallery di Roma racconta l'amicizia che legò le due donne unite da ideali politici e dall'amore per l'arte, e ci permette di cogliere gli aspetti più intimi e privati della vita di Frida.


                             
©Lucienne Bloch



Il punto di vista privilegiato di Lucienne ci offre la possibilità di scoprire una Frida inedita, ritratta non solo nelle vesti di pittrice, ma sopratutto di donna e di amante.

   
                               
©Lucienne Bloch


Nelle 76 immagini esposte in mostra Frida è ritratta accanto agli amici o mentre bacia appassionatamente Diego, ma le foto in cui si coglie maggiormente la sua essenza sono i primi piani in cui appare talvolta pensierosa e malinconica, talvolta sorridente e spensierata; sono immagini che parlano di una donna in grado di superare con forza il dolore e le difficoltà della sua vita. 

       
                    
©Lucienne Bloch

La mostra che apre oggi sabato 6 maggio si potrà ammirare fino al 1 luglio.


                                                                        

                                                                  Anna Carla Angileri

domenica 19 febbraio 2017

Un nostalgico viaggio a Bologna per ritrovare Frida



 Frida e Bologna; un connubio perfetto per me che venero Frida Kahlo come una santa e che ho scelto Bologna come città in cui vivere e studiare e che poi ho dovuto lasciare a malincuore.
Per questo appena saputo di una mostra dedicata all'artista messicana nel capoluogo emiliano mi sono immediatamente fiondata nella mia Bologna.


Attraverso malinconica strade, stradine e vicoletti di cui conservo i ricordi più belli degli anni più spensierati della mia esistenza finchè, arrivata davanti a Palazzo Albergati, sono accolta da una fila chilometrica che, come me, attende ore al freddo pur di rendere omaggio a Frida Kahlo.
Una pittrice, una donna fragile e combattiva allo stesso tempo, accattivante e affascinante, che visse di dolore e e di grandi amori, e che, nonostante le grandi sopracciglia, fu in grado di diventare un' icona di stile; ecco perchè ancora oggi in tutto il mondo Frida Kahlo suscita interesse e fa parlare di sé.
I dipinti e le fotografie esposti in mostra ci rendono partecipi dell'universo di Frida e ci raccontano dell'incidente e delle sue conseguenze, dell'impegno politico, della sua bellezza non convenzionale, e dei suoi amori, in particolare quello ossessivo ed indissolubile che la unì al marito Diego Rivera.

                       

Una sezione della mostra è poi dedicata allo stile di Frida; noteremo come i suoi abiti messicani floreali e coloratissimi dalle lunghe gonne (enagua), che usava per nascondere la disabilità, la fecero diventare musa ed ispiratrice dei più grandi stilisti fino ai giorni nostri.
                         


Sono esposte poi alcune delle più belle opere di Rivera e di altri artisti messicani che nonostante tutto sono oscurante dalla più profonda e ingombrante personalità della Kahlo.

La mostra sarà aperta fino al 26 marzo.

                                                                                                     Anna Carla Angileri

sabato 26 novembre 2016

Frida Kahlo: un'Operetta amorale per descrivere la "santa laica"



E' un dialogo intenso e toccante tra Frida Kahlo e la Morte, nelle vesti di uno scheletro elegantemente vestito, quello descritto da Vanna Vinci nella sua Operetta Amorale, la graphic novel che ha dedicato all'artista messicana.


Dopo la presentazione del libro alla Feltrinelli di Roma in cui la Vinci insieme a Giuseppe Scaraffia ci svela particolari inediti sulla vita della Kahlo mi accingo a leggere la biografia a fumetti della pittrice.

Frida ripercorre tutta la sua vita, dove la Morte, la Pelona, sua interlocutrice nonché fedele compagna, la affianca in ogni momento, fin da bambina, quando la poliomielite le valse l'appellativo di “Frida gamba di legno” al tragico incidente che le cambiò per sempre la vita.
 La Pelona voleva prenderla con sé ma l'urlo disperato della donna riuscì a spaventarla; la Morte però non si arrese e continuò a danzare intorno al suo letto.

Frida descrive con particolare attenzione le gioie e i dolori della sua vita; il potere salvifico della pittura,l'avvicinamento al partito comunista, l'amore romantico e adolescenziale che la legò ad Alejandro, quello passionale e tormentato ma indissolubile, che la unì al marito Diego Rivera, il "panzon" fedifrago che la tradì con tutte le “belle puttane” che lo circondavano compresa la sorella Cristina, i numerosi amanti che anche lei ebbe dalla fotografa Tina Modotti al rivoluzionario russo Leon Trotsky al fotografo Nickolas Muray (per citare i più famosi) ; perchè la Kahlo, con i suoi gioielli e i suoi abiti dai colori sgargianti e chiassosi da tehuana fece dei suoi evidenti problemi fisici e dei suoi tratti tipicamente maschili quali i baffetti e le sopracciglia folte e unite, che non tentò mai di nascondere, le sue più potenti armi di seduzione.


Quella che appare sfogliando le pagine del libro della Vinci, impreziosito dai sofisticati disegni, è l'immagine di una donna della due anime, una devastata dalla malattia, dalla disabilità, dagli aborti e dai tradimenti del marito, l'altra combattiva e fiera, che non si lascia abbattere dai drammi della vita; ecco perchè, ancora oggi, non possiamo far altro che venerare Frida come una “santa laica”.



Le ultime pagine del libro sono dedicate alla sua prima mostra personale in Messico realizzata nel '53 quando Frida, tornata al fianco di Rivera,  ormai eccessivamente indebolita, si fece trasportare con il suo letto pur di partecipare all'inaugurazione.




Ormai stanca e consapevole della sua imminente dipartita la Kahlo scrisse sul suo diario “Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornre mai più”.Il suo ultimo e decisivo incontro con la Morte si svolse il 13 luglio 1954. Le sue ceneri sono conservate nella Casa Azul di Coyoacán.

                                                                                                 Anna Carla Angileri


domenica 23 ottobre 2016

Frida Kahlo night: alla Acid Drop una serata dedicata all'artista messicana



“Ho avuto due grandi incidenti nella mia vita il primo, quando un tram mi travolse, l’altro fu Diego!”



“ La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d'amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra.”





“Niente è paragonabile alle tue mani né niente è uguale all'oro-verde dei tuoi occhi. Il mio corpo si riempie di te per giorni e giorni. Sei lo specchio della notte. La luce violetta del lampo. L'umidità della terra. L’incavo delle tue ascelle è il mio rifugio.”




“Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura, in grado di mangiarsi il mondo
quando cammina accanto a te,che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.”


“Spero che l'uscita sia gloriosa e spero di non tornare mai più.”

A far rivivere Frida Kahlo attraverso le appassionate parole del suo diario e delle sue più intime lettere intrise di dolore e di solitudine, ma anche di coraggio, di voglia di vivere e d'amore è l'attrice Alessandra Mosca Amapola.
L'idea dell'Amapola di creare un evento completamente dedicato all'artista messicana ha trovato il consenso di Ileana Ottini, Eleonora Zaccagnino e Damiano De Andrè, proprietari della Galleria Acid Drop a Trastevere; da questa collaborazione è nata la Frida Kahlo night.
Arrivando in galleria la musica di sottofondo ci conduce già verso il Messico la terra in cui Frida è nata e in cui ha vissuto gran parte della sua vita; ad essere esposte in mostra sono opere d'arte, oggetti di design, gioielli e indumenti realizzati da artisti romani e ispirati alla pittrice. L'evento è poi proseguito con la commovente lettura dei passi più significativi del diario di Frida da parte di Alessandra Mosca Amapola accompagnata dalla cantante Agnese Urbani e dal chitarrista Daniele Vilella.


A rendere la serata ancora più interessante è stato il pubblico che, invitato a dare una propria personale interpretazione della Kahlo, si è divertito a realizzare i più originali, colorati e floreali travestimenti.

La Frida Kahlo night sarà replicata alla Acid Drop lunedì 24 ottobre alle 19:30, la mostra invece sarà visibile per un mese.

Anna Carla Angileri