A fine settembre i Musei Vaticani hanno presentato la Sala Studio Azzurro, un nuovo allestimento, una videoinstallazione interattiva all'interno del Dipartimento di Arte Contemporanea (curato dal 2000 da Micol Forti), che vede protagonista lo storico gruppo nato a Milano nel 1982 dall'incontro di Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi.
Per la maggior parte dei visitatori i Musei Vaticani sono identificabili, a ragione, con la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello o il Laocoonte, tutte opere capitali che hanno fatto la storia dell'arte e che sono simbolo, nei secoli, del mecenatismo della Chiesa di Roma.
I Musei Vaticani, giustamente declinati al plurale, sono, nella loro eterogenea complessità, la dimostrazione dell’interesse costante che i Papi hanno avuto nei secoli per l'arte, un sodalizio che nell'epoca contemporanea sembrava essersi affievolito. Con queste premesse la collezione di Arte Contemporanea, dislocata in diversi ambienti come l’appartamento Borgia affrescato dal Pinturicchio, è sicuramente una straniante e piacevole sorpresa per il pubblico medio, spesso ignaro della sua esistenza.
Sala della Collezione d'Arte Contemporanea, Musei Vaticani |
Fu Papa Paolo VI Montini, in linea con l’apertura al dialogo del mondo cattolico del Concilio Vaticano II, ad iniziare questa raccolta di arte contemporanea per ricucire una frattura che sembrava insanabile, per non separare la cultura del presente dalla Chiesa. Prendendo quindi atto di questo divorzio tra l’uomo moderno e la Chiesa, questo segmento del percorso museale che i Musei Vaticani propongono, acquista un valore ben più rilevante di quel che si può pensare ad un primo approccio: in che modo l’individuo contemporaneo, guidato dai dubbi, del relativismo, segnato dalla crisi della morale e della fede, può essere in linea o in contatto con la trascendente e immutabile visione cristiana?
Proprio questa è la coraggiosa sfida ha portato i Musei Vaticani ad acquisire opere di artisti di grande rilevanza e a presentare nel 2013 alla Biennale Internazionale d’arte di Venezia il suo primo padiglione dedicato ai primi 11 capitoli del Libro della Genesi, su indicazione del Cardinal Ravasi. Il progetto si sviluppava in tre grandi sezioni tematiche: La Creazione, la De-Creazione e la Ri-Creazione.
La prima, affidata proprio agli artisti di Studio Azzurro, è
oggi parte dell’allestimento permanente, riadattato in collaborazione con l’architetto
Roberto Pulitani, e mette in scena la ricerca portata avanti dallo Studio sulla
percezione dello spazio museale come luogo di scambio e incontro attraverso un
utilizzo originale delle nuove tecnologie.
Sala Sudio Azzurro, Collezione d'Arte Contemporanea, MuseiVaticani |
L’ambiente è davvero unico e suggestivo, è un ambiente “sensibile” dove l’elemento costitutivo è l’immagine immateriale, la luce, lo stimolo sonoro e sensoriale: immerso nel buio lo spettatore sperimenta la dimensione percettiva dello spazio come luogo di interrelazione tra persone, oggetti e riflessioni emozionali. Il visitatore è chiamato a sovvertire la regola del “non toccare” perché è proprio il contatto con l’opera che innesca la reazione e quindi l’emozione: quella che potrebbe ricordare una sala cinematografica, dove l’oscurità è schiarita solo dal chiarore degli schermi, ribalta la condizione di voyeur del pubblico e lo trasla nella condizione di “attore” che agisce-interagisce con le proiezioni.
In principio (e poi) si articola in quattro pannelli: in quelli laterali una comunità di sordomuti ci parla del regno delle piante e degli animali e in quello frontale uomini e donne, reclusi del carcere di Bollate, si muovono su un diaframma esile come miraggi, affacciandosi in attesa che, con il palmo della mano, li interroghiamo e ascoltiamo le loro storie.
Nel pannello circolare a terra è sempre la mano del visitatore che genera lo spazio, che genera l’apparire di un magma di forme luminose; come Michelangelo sulla volta della Sistina raccoglie l’intera narrazione sull'intimo e celebre gesto tra il Creatore e Adamo, nell'opera di Studio Azzurro è lo stesso gesto ad essere centrale, ad essere “principio”, perché è la mano del pubblico che attiva l’opera e libera le memorie celate dietro le fragili ma reali figure fatte di luce.
L’inaugurazione e la presenza della Sala Studio Azzurro, nel cuore del percorso di visita dei Musei Vaticani, rappresenta un evento rilevante perché segna, nello specifico, l’ingresso della videoarte all'interno della secolare realtà museale ma anche perché, in senso generale, riporta l’attenzione alla partecipazione della Santa Sede alla Biennale e quindi riposiziona in modo attivo la Chiesa sul palcoscenico culturale contemporaneo.
Sabina Colantoni