lunedì 16 aprile 2018

Liu Bolin, l'uomo invisibile arriva a Roma



Al Complesso del Vittoriano si celebra Liu Bolin, l'uomo invisibile.


Era il 2005 quando l'amministrazione di Pechino ordinò di abbattere il quartiere Suojia Village dove risiedevano molti artisti indipendenti e critici con il governo; anche l'atelier di Liu Bolin venne distrutto e l'artista decise di mimetizzarsi con le macerie del suo studio, diventando parte di esse, e farsi fotografare.

Divulgata, la foto divenne simbolo di una protesta silenziosa che consacrò la fama dell'artista cinese.


Liu Bolin tra le macerie del suo studio






Nelle foto esposte in mostra il maestro del camouflage si nasconde tra le vie di Pechino, tra i canali di Venezia, i musei romani, le sale della Reggia di Caserta e i dipinti pompeiani.





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                         Reggia di Caserta



















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Pompei




Accanto alle foto, in mostra i video e i vestiti dipinti (usati dall'artista per mimetizzarsi con gli sfondi delle location dei suoi lavori) ci aiutano a comprendere maggiormente la fase di preparazione dei suoi lavori.


Alcune foto testimoniano le collaborazioni dell'artista con le grandi case di moda quali Missoni e Valentino, dalle collaborazioni con gli stilisti è nata la campagna pubblicitaria di Moncler.



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Migrants




Toccante è l'ultima sezione della mostra, i cui scatti ci invitano a meditare sul dramma vissuto dai migranti, sono immagini di forte impatto ma anche di speranza per un futuro migliore.


La mostra sarà aperta fino a luglio.

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Migrants
                                                                                                     Anna

giovedì 1 marzo 2018

"Frida, oltre il mito": a Milano si celebra Frida Kahlo



Milano celebra Frida Kahlo dedicandole una grande mostra al Mudec, il Museo delle culture. In esposizione si potranno ammirare dipinti, disegni, nonché fotografie e lettere che ci danno la possibilità di conoscere la donna oltre che la pittrice, offrendo così allo spettatore un'immagine di Frida che vada "oltre il mito".


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Nickolas Muray:Frida
Le fotografie del padre, Wilhelm Kahlo, ci raccontano dell'infanzia e della famiglia di Frida. Accanto a queste immagini dal sapore intimo e privato troviamo quelle scattate, tra gli altri, da Lucienne Bloch e Nickolas Muray; si tratta di splendidi ritratti della Kahlo ormai adulta, talvolta lo sguardo di Frida è intenso e pensieroso in altri scatti, invece, mostra con orgoglio i tipici abiti messicani dai colori variopinti e le acconciature floreali per cui ancora oggi è celebrata come icona di stile e originalità.

Lungo il percorso della mostra conosceremo anche gli amori della Kahlo; a parlarci del sentimento che la legò, in giovane età, ad Alejandro, sono il ritratto del ragazzo e le lettere che gli scrisse, esposte in una delle prime sale.





"Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l'altro fu Diego"

L'amore tormentato che provò per il marito Diego Rivera si può scoprire guardando le numerose fotografie che li ritraggono insieme, un filmato originale della coppia e, sopratutto,  un autoritratto in cui Diego, rappresentato al centro della fronte di Frida, diventa il centro ossessivo dei suoi pensieri.

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri)
                             

Il dolore fisico e psichico, causato dall'incidente che cambiò e stravolse la sua vita, è un tema ricorrente degli autoritratti della Kahlo; Autoritratto con collana di spine, Il cervo Frida e la Colonna spezzata, sono dipinti di straziante bellezza che raccontano, come in una sorta di diario per immagini, la sofferenza della donna, mettendo in luce, al tempo stesso, la sua fragilità e la sua forza.

Frida Kahlo: Colonna rotta (opera del 1944)
Frida Kahlo: Colonna spezzata
Ad avvicinarci maggiormente al dolore della Kahlo sono le fotografie di Graciela Iturbide, allieva di Bravo Alvarez, esposte nell'ultima sala del Mudec.


In una stanza dai toni cupi, volutamente in contrasto con i toni squillanti delle altre sale, sono esposte le immagini che la fotografa scattò nel 2007 nel bagno di Frida, l'unico ambiente grigio della Casa Azul e interdetto al pubblico.


El baño de Frida, Coyoacán, Ciudad de México
Graciela Iturbide: Il bagno di Frida
Gli scatti rappresentano i busti, le stampelle e le protesi della pittrice messicana, il bianco e nero usato dalla fotografa rende più reale e vivo il dolore della Kahlo.


La mostra sarà aperta fino al 3 giugno 2018.


                                                                                     Anna Carla Angileri

sabato 10 febbraio 2018

Artisti all'Opera, a Palazzo Braschi la storia del Teatro dell'Opera di Roma

La storia del Teatro dell'Opera di Roma è raccontata dalla mostra "Artisti all'Opera" esposta al Palazzo Braschi.

La mostra ci trasporta idealmente dietro le quinte, per scoprire il lavoro degli artisti che hanno reso grandi le opere liriche in scena al Teatro di Roma. Ciò che di solito uno spettatore vede da lontano, seduto in platea, attraverso questa esposizione può essere ammirato da un punto di vista esclusivo e ravvicinato.
In mostra sono esposti non solo preziosi filmati d'archivio dell'Istituto Luce, ma anche fotografie, bozzetti per le scenografie e soprattutto gli splendidi abiti di scena.


Picasso: Cappello a tre punte



Inoltre scopriremo come alcuni dei più grandi pittori del'900 abbiano messo il loro estro a disposizione della lirica; potremo ammirare gli originalissimi abiti ideati da Picasso per Il cappello a tre punte del 1919,  il sipario realizzato da Giorgio De Chirico per l'Otello del 1963 o il bozzetto per la Carmen creato da Guttuso nel 1970.



Valentino: Traviata


 Questo viaggio nel tempo si conclude ai nostri giorni, e chi ha già visto o vedrà, nelle prossime settimane, La Traviata diretta da Sofia Coppola, potrà ammirare da vicino gli splendidi abiti realizzati da Valentino.


La mostra, imperdibile per tutti gli appassionati di lirica, sarà aperta fino all'11 marzo.

sabato 16 dicembre 2017

Leica, al Vittoriano si celebra la storia della fotografia


Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei. Per me è la macchina fotografica.

Con queste parole Henri Cartier-Bresson descrive la macchina fotografica con cui realizzò i suoi più grandi capolavori.


Dal 16 novembre, al Complesso del Vittoriano, una mostra racconta i 100 Anni di fotografia Leica; la compatta "Ur-Leica", infatti, rivoluzionò il modo di fare fotografia, sostituendo i pesanti apparecchi usati fino a quel momento.


In mostra sono esposte, 350 stampe originali dei fotografi che utilizzarono la Leica dagli anni '20 del '900 fino ad oggi, filmati, locandine vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri.

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 Dal bianco e nero al colore, dai primi scatti dell’inventore Oskar Barnack alla rivoluzione del digitale, dalle foto che hanno fatto la storia come quella che ritrae Che Guevara realizzata da Alberto Korda, all'iconico Bacio di Alfred Eisenstaed, al ritratto di Kate Moss di Paolo Roversi, e poi ancora dai reportage di guerra di Robert Capa alle fotografie di moda di Christer Strömholm, scopriremo l'eclettismo della Leica, che ieri, come ancora oggi, viene utilizzata da fotografi e per scopi molto diversi.

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Oltre ai famosissimi scatti del già citato Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin la mostrra del Vittoriano ci darà la possibilità di avvicinarci al lavoro di numerosi maestri che nell'ultimo secolo hanno scritto, con i loro obiettivi, la storia della fotografia firmata Leica.

                                                                                                                    Anna

martedì 28 novembre 2017

Monet al Vittoriano, dalle caricature al giardino di Giverny



Anche quest’anno Roma celebra l’Impressionismo dedicando una personale ad uno dei più celebri artisti del movimento; Claude Monet.


La mostra curata da Arthemisia, comprendente circa 60 opere del pittore francese, è stata inaugurata al Complesso del Vittoriano il 19 ottobre.


Percorrendo le prime sale espositive lo spettatore sarà sicuramente sorpreso nel costatare che le prime opere realizzate dall'artista furono delle sorprendenti caricature risalenti agli anni '50 dell’800.

Proseguendo lungo il percorso potremo ammirare gli splendidi paesaggi rurali ed urbani di Parigi e Londra; tra questi spicca il Parlamento di Londra in cui l’edificio diventa tutt’uno con l’atmosfera circostante.




               “Il mio giardino è l’opera più bella che io abbia mai creato”


Con queste parole Monet si riferiva al giardino di Giverny che creò con molta cura.


Con un po’ di fantasia, visitando le sale della mostra, possiamo immaginare di essere proprio a Giverny e passeggiare nel giardino dell’artista.


Molte sono le opere che rappresentano gli alberi e i fiori preferiti e fatti piantare da Monet; i salici, il roseto e poi le famose ninfee ritratte, quasi ossessivamente, nei vari momenti dell’anno.

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Nell’ultima sala campeggiano poi tre grandi opere che stupiscono per grandezza e vivacità cromatica; in due di essi sono rappresentati i glicini che coronavano il ponte giapponese che sormonta lo stagno delle ninfee, Le ninfee dominano, ancora una volta, il terzo dipinto della serie.





La mostra sarà aperta fino all’11 febbraio.






                                                                                                                       Anna

domenica 26 novembre 2017

Arcimboldo, a Palazzo Barberini le Teste Composte incantano grandi e bambini



Palazzo Barberini dedica una mostra al più fantasioso e geniale artista del '500, capace di affascinare grandi e bambini; Giuseppe Arcimboldo.
Primavera
Acqua
Ad essere esposti sono disegni, studi preparatori e dipinti che rivelano la straordinaria abilità creativa dell'artista, nonchè opere dei suoi allievi.
La mostra si apre con le vetrate istoriate del duomo di Milano i cui disegni furono realizzati proprio dall'artista milanese.

                                         
Ad incantare lo spettatore però saranno le allegorie delle Stagioni; quelli che da lontano potrebbero sembrare tipici ritratti rinascimentali, colti di profilo, sono invece Teste Composte, in modo sublime, da intrecci di fiori e frutti.
 Tra gli elementi spicca l'Acqua, rappresentata da una donna il cui volto è composto da una serie infinita di pesci, granchi, tartarughe, polipi e qualsiasi altro genere di animale marino; a nobilitare il suo profilo sono la collana e gli orecchini di perle.
Ma Arcimboldo non smette di stupirci ed ecco che restiamo a bocca aperta di fronte alle Teste Reversbili; quello che potrebbe sembrare un semplice piatto di verdure guardato allo specchio diventa il simpatico volto di un Ortolano.

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Ortolano
                                         
Neanche il ritratto del Bibliotecario sfugge alla rivisitazione arcimboldesca: il suo viso, i suoi capelli così come le sue braccia non potevano che essere rappresentati da un'originlissima composizione di libri.
Bibliotecario
                                                   
                                             
Non solo opere degli allievi, la mostra si chiude con una scultura dello stilista Roberto Capucci che, con la Testa Composta da bottoni e altri materiali del suo atelier, rende omaggio ad Arcimboldo.


                                                                                                                  Anna

sabato 25 novembre 2017

Picasso torna in Italia; le sue opere in mostra alle Scuderie del Quirinale

Per festeggiare il centenario del primo viaggio in Italia
Arlecchino musicista




di Pablo Picasso, le Scuderie del Quirinale celebrano il maestro del Cubismo con una grande mostra.

Era infatti il 1917 quando Picasso visita Roma e Napoli restando fortemente affascinato dalla cultura italiana, dalle rovine della capitale così come da Pompei.
In Italia Picasso giunge al seguito di Jean Cocteau, drammaturgo e scenografo, per collaborare alla realizzazione di Parade, un balletto che sarebbe stato messo in scena dai Ballets Russes; in quegli anni la compagnia aveva sede a Roma.


La mostra delle Scuderie, dunque, racconta il periodo italiano del maestro spagnolo; si potranno quindi ammirare dipinti in cui i personaggi della Commedia dell’arte incontrano il Cubismo, un esempio interessante è Arlecchino musicista.


Altre opere come La corsa, immagine simbolo della mostra, rivelano l’interesse di Picasso per l’arte classica; le due donne intente a correre rievocano infatti le menadi danzanti.
La corsa
Tra le sale delle Scuderie non poteva mancare il ritratto di Olga Khochlova, ballerina russa conosciuta a Roma, che divenne la prima moglie del pittore.
Una sezione della mostra è poi dedicata proprio ai balletti; qui troveremo interessanti ritratti del compositore Satie, disegni, bozzetti per le scenografie e addirittura abiti di scena per Parade e Pulciinella.
L'immagine può contenere: spazio al chiuso
Sipario per Parade

Proprio il sipario per Parade, realizzato da Picasso potrà essere ammirato nella splendida sala affrescata da Pietro da Cortona a Palazzo Barberini; antico e moderno, l’arte di Picasso e il barocco italiano, si sposano in modo sublime.

La mostra sarà aperta fino al 21 gennnaio.

                                                                                                                       Anna