domenica 26 novembre 2017

Arcimboldo, a Palazzo Barberini le Teste Composte incantano grandi e bambini



Palazzo Barberini dedica una mostra al più fantasioso e geniale artista del '500, capace di affascinare grandi e bambini; Giuseppe Arcimboldo.
Primavera
Acqua
Ad essere esposti sono disegni, studi preparatori e dipinti che rivelano la straordinaria abilità creativa dell'artista, nonchè opere dei suoi allievi.
La mostra si apre con le vetrate istoriate del duomo di Milano i cui disegni furono realizzati proprio dall'artista milanese.

                                         
Ad incantare lo spettatore però saranno le allegorie delle Stagioni; quelli che da lontano potrebbero sembrare tipici ritratti rinascimentali, colti di profilo, sono invece Teste Composte, in modo sublime, da intrecci di fiori e frutti.
 Tra gli elementi spicca l'Acqua, rappresentata da una donna il cui volto è composto da una serie infinita di pesci, granchi, tartarughe, polipi e qualsiasi altro genere di animale marino; a nobilitare il suo profilo sono la collana e gli orecchini di perle.
Ma Arcimboldo non smette di stupirci ed ecco che restiamo a bocca aperta di fronte alle Teste Reversbili; quello che potrebbe sembrare un semplice piatto di verdure guardato allo specchio diventa il simpatico volto di un Ortolano.

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Ortolano
                                         
Neanche il ritratto del Bibliotecario sfugge alla rivisitazione arcimboldesca: il suo viso, i suoi capelli così come le sue braccia non potevano che essere rappresentati da un'originlissima composizione di libri.
Bibliotecario
                                                   
                                             
Non solo opere degli allievi, la mostra si chiude con una scultura dello stilista Roberto Capucci che, con la Testa Composta da bottoni e altri materiali del suo atelier, rende omaggio ad Arcimboldo.


                                                                                                                  Anna

sabato 25 novembre 2017

Picasso torna in Italia; le sue opere in mostra alle Scuderie del Quirinale

Per festeggiare il centenario del primo viaggio in Italia
Arlecchino musicista




di Pablo Picasso, le Scuderie del Quirinale celebrano il maestro del Cubismo con una grande mostra.

Era infatti il 1917 quando Picasso visita Roma e Napoli restando fortemente affascinato dalla cultura italiana, dalle rovine della capitale così come da Pompei.
In Italia Picasso giunge al seguito di Jean Cocteau, drammaturgo e scenografo, per collaborare alla realizzazione di Parade, un balletto che sarebbe stato messo in scena dai Ballets Russes; in quegli anni la compagnia aveva sede a Roma.


La mostra delle Scuderie, dunque, racconta il periodo italiano del maestro spagnolo; si potranno quindi ammirare dipinti in cui i personaggi della Commedia dell’arte incontrano il Cubismo, un esempio interessante è Arlecchino musicista.


Altre opere come La corsa, immagine simbolo della mostra, rivelano l’interesse di Picasso per l’arte classica; le due donne intente a correre rievocano infatti le menadi danzanti.
La corsa
Tra le sale delle Scuderie non poteva mancare il ritratto di Olga Khochlova, ballerina russa conosciuta a Roma, che divenne la prima moglie del pittore.
Una sezione della mostra è poi dedicata proprio ai balletti; qui troveremo interessanti ritratti del compositore Satie, disegni, bozzetti per le scenografie e addirittura abiti di scena per Parade e Pulciinella.
L'immagine può contenere: spazio al chiuso
Sipario per Parade

Proprio il sipario per Parade, realizzato da Picasso potrà essere ammirato nella splendida sala affrescata da Pietro da Cortona a Palazzo Barberini; antico e moderno, l’arte di Picasso e il barocco italiano, si sposano in modo sublime.

La mostra sarà aperta fino al 21 gennnaio.

                                                                                                                       Anna

giovedì 16 novembre 2017

Hokusai, l’arte giapponese incanta Roma


All’Ara Pacis si celebra Hokusai.


L’esposizione ci dà la possibilità di scoprire la produzione dell’artista giapponese conosciuto in Occidente per la sua Grande Onda.




Ad essere esposte sono oltre 200 opere che mostrano la splendida natura giapponese, attività quotidiane e mestieri tipici, in cui l’artista rivela la sua straordinaria abilità nella rappresentazione dei particolari.



Molti sono i dipinti su carta o su rotoli di seta, realizzati da Hokusai e dai suoi allievi, che rappresentano la bellezza femminile; le cortigiane e le geishe, avvolte in splendidi kimoni, rappresentano il mondo della moda e della seduzione. Ad essere esposte sono anche le più popolari silografie, tra queste l’immagine della cortigiana che ispirò gli artisti occidentali e in particolare Van Gogh che la copiò più volte.





Una sezione è poi dedicata alle immagini erotiche, in cui vengono esplicitamente rappresentati gli amplessi sessuali; tali opere vennero censurate dal governo del tempo.



La mostra si chiude con i 15 volumi di Manga e manuali dedicati allo studio degli allievi del Maestro.

L’esposizione sarà aperta fino a gennaio.

lunedì 25 settembre 2017

Dalle vedute di Roma alle Carceri, Piranesi in mostra a Palazzo Braschi



Palazzo Braschi, a Roma, ospita la mostra “Piranesi, la fabbrica dell’utopia”.






Al piano nobile dello splendido edificio di piazza Navona si potranno ammirare oltre 200 opere grafiche dell’architetto e incisore veneto.
Piranesi, ammaliato dalla grandezza di Roma, dove si trasferì nel 1740, ne ritrae qualsiasi angolo. Le sue "Vedute di Roma", che ritraggono le grandiose rovine così come i monumenti rinascimentali, mostrano la particolare precisione che l'artista pone nella rappresentazione dei dettagli.
I visitatori ammireranno splendide immagini di luoghi notissimi del glorioso passato dell'Urbe, dai  Fori a Piazza di Spagna, dal Colosseo a Castel Sant’Angelo, ma anche opere che rappresentano monumenti non sempre inseriti nei classici giri turistici odierni ma che erano tappe imperdibili del Grand Tour settecentesco; un chiaro esempio è l’acquaforte in cui è rappresentato il Mausoleo di Cecilia Metella.



Proseguendo la visita ammireremo i fantasiosi "Capricci" eseguiti sotto l'influsso di Tiepolo, a lasciare a bocca aperta lo spettatore sono gli intrichi di scale, le grate e gli strumenti di tortura delle "Carceri" che sembrano anticipare Escher; la prospettiva è geometricamente ineccepibile eppure sfuggente.

                     

Alla fine del percoro un video in 3D ci farà entrare materialmente nell’opera dell’artista veneto in modo da godere a pieno delle invenzioni piranesiane.



La mostra sarà aperta fino al 15 ottobre.

                                                                                           Anna Carla Angileri

domenica 10 settembre 2017

I labirinti del cuore, tra Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo si celebra l'amore rinascimentale

Ruota attorno al ritratto di Giorgione raffigurante “I due amici” la mostra “I labirinti del cuore” esposta tra Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo.
Il pittore di Castelfranco può infatti essere considerato il primo artista a rappresentare sulla tela gli stati d'animo e i sentimenti d'amore di cui ne è chiara prova il Doppio ritratto esposto a Palazzo Venezia; mentre in passato si prestava particolare attenzione alla rappresentazione dello status sociale degli effigiati i Due amici di Giorgione hanno vesti piuttosto sobrie ma ci mostrano il loro mondo ed il loro animo.
Il protagonista, in particolare, ha un'espressione melanconica, non è solo lo sguardo a parlarci del sentimento d'amore che sta provando ma anche l'arancia amara che tiene in mano, all'epoca definita melangolo.
In una sala di Palazzo Venezia un grandissimo schermo ci offrirà la possibilità di cogliere i dettagli delle opere del maestro.



La mostra prosegue a Castel Sant'Angelo dove dipinti di altri artisti italiani del tempo, da Tintoretto a Licinio a Bronzino, rivelano l'attenzione riservata ai “labirinti del cuore”.






Nelle tele esposte noteremo un susseguirsi di mani che si sfiorano, sguardi che si incrociano e braccia che si uniscono per rappresentare tutte le forme dell'amore, da quello passionale a quello familiare.



L'ultima sezione della mostra è invece dedicata all'assenza della persona amata, a darne chiara prova è il dipinto di Licinio raffigurante una dama che tiene in mano il ritratto del marito.









La mostra sarà aperta fino al 17 settembre.

                                                                                                           Anna Carla Angileri

martedì 1 agosto 2017

Palazzo delle Esposizioni: le star di Hollywood giungono a Roma

Il Palazzo delle Esposizioni con la mostra "Hollywood icons" celebra le star degli “anni d’oro” di Hollywood; visitando le sale scopriremo i volti che hanno reso grande il cinema dagli anni ’20 ai ’60.
I 161 ritratti esposti, prevalentemente in bianco e nero, provengono dalla Fondazione John Kobal.
Kobal, scrittore e giornalista, appassionato e storico del cinema, dopo la chiusura degli studi di Hollywood iniziò a collezionare le fotografie delle più grandi stelle del cinema che fino a quel momento erano conservate negli archivi.
 Il collezionista, dopo aver raccolto i negativi originali e dopo aver ricostruito le carriere dei maestri della fotografia cinematografica, rintracciò gli autori ancora vivi chiedendo loro di produrre nuove stampe. La sua collezione, composta da oltre 22 mila negativi e 4 mila stampe, dopo la sua morte divenne di proprietà della Fondazione.




Nelle sale del Palazzo delle Esposizioni troveremo quindi le foto di Charlie Chaplin, protagonista delle prime pellicole mute, poi quelle dei divi dei primi film sonori tra cui gli affascinanti Cary Grant e Clark Gable, e i ritratti dei più famosi attori del dopoguerra quali Marlon Brando, Paul Newman e Marilyn Monroe.


Ad ammaliare gli spettatori saranno anche gli scatti degli attori nostrani che ritraggono Sophia Loren e Marcello Mastroianni; la celebre coppia cinematografica protagonista di capolavori quali “Ieri, oggi, domani”.

Fotografie inedite e poco conosciute accanto a quelle celebri che immortalano l’algida Grace Kally, la deliziosa Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, la sensuale Bette Devis e la conturbante Rita Hayworth nelle vesti di Gilda, rivelano la maestria dei fotografi che, con i loro scatti dietro le quinte, riuscirono a fissare in un’immagine la personalità degli attori, contribuendo così a rendere immortale la fama delle star hollywoodiane.




La mostra, aperta al pubblico il 24 giugno, potrà essere visitata fino al 17 settembre.

                                                                                                         Anna Carla Angileri

giovedì 13 luglio 2017

Da Caravaggio a Bernini, in mostra le opere delle Collezioni Reali di Spagna



“Da Caravaggio a Bernini Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna”
, la grande mostra aperta a Roma alle Scuderie del Quirinale, intende celebrare attraverso una straordinaria selezione di dipinti e sculture gli strettissimi legami che unirono la corte spagnola e gli stati italiani nel corso del XVII secolo.

Molti furono i dipinti che i governanti italiani donarono per guadagnarsi il favore dei sovrani di Spagna così come molte altre opere vennero commissionate direttamente dalla corte spagnola e dai rappresentanti della monarchia in Italia, alla morte dei quali le opere accrebbero la collezioni reali.

L'apprezzamento dell'arte italiana da parte degli spagnoli è testimoniata sia dagli inviti a lavorare a corte rivolti a pittori come Luca Giordano, attivo in Spagna per un decennio, che dai numerosi viaggi in Italia di molti artisti iberici, come Josè de Ribera che, giunto a Roma nel 1606, trascorse gran parte della sua vita a Napoli; in questo modo le due culture si influenzarono considerevolmente.
Caravaggio


Nelle sale delle Scuderie del Quirinale potremo quindi ammirare splendidi dipinti di artisti italiani tra cui “Lot e le sue figlie” di Guercino o “La conversione di Saulo” di Guido Reni donate dal principe Ludovisi a Filippo IV allo scopo di garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino, la “Salomè con la testa di Battista” di Caravaggio comprata dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia e la “Santa Caterina” di Guido Reni opera che testimonia la perfetta fusione dell'idealismo e del naturalismo caravaggesco.

Tra le opere di pittori spagnoli spicca “La tunica di Giuseppe” imponente tela di Velazquez realizzata dopo il suo primo soggiorno italiano, il dipinto infatti rivela una certa vicinanza allo stile di Caravaggio e della scuola bolognese.

Velazquez


Tra le opere scultoree presenti in mostra troveremo capolavori di Algardi e di Bernini tra cui un modellino della Fontana dei Fiumi e un Crocifisso, proveniente dal monastero di San Lorenzo dell'Escorial, raramente accessibile al pubblico.

Quando il Museo Reale, oggi Museo del Prado, voluto da Ferdinando VII e dalla moglie Isabella di Braganza, venne inaugurato, ospitava esclusivamente le opere provenienti dalla collezione reale,alcune rimasero presso la residenza a disposizione dei monarchi, i cosiddetti Reales Sitios.

La mostra aperta dal 14 aprile potrà essere visitata fino al 30 luglio.

                                                                                                           Anna Carla Angileri