E' un dialogo intenso e toccante tra
Frida Kahlo e la Morte, nelle vesti di uno scheletro elegantemente vestito, quello descritto da
Vanna Vinci nella sua
Operetta Amorale, la graphic novel che ha dedicato all'artista messicana.
Dopo la presentazione del libro alla Feltrinelli di Roma in cui la Vinci insieme a Giuseppe Scaraffia ci svela particolari inediti sulla vita della Kahlo mi accingo a leggere la biografia a fumetti della pittrice.
Frida ripercorre tutta la sua vita, dove la Morte, la Pelona, sua interlocutrice nonché fedele compagna, la affianca in ogni momento, fin da bambina, quando la poliomielite le valse l'appellativo
di
“Frida gamba di legno” al tragico incidente che le cambiò per sempre la vita.
La Pelona voleva prenderla con sé ma l'urlo disperato della donna riuscì a spaventarla; la Morte però non si arrese e continuò a danzare intorno al suo letto.
Frida descrive con particolare attenzione le gioie e i dolori della sua vita; il potere salvifico della pittura,l'avvicinamento al partito comunista, l'amore romantico e adolescenziale che la legò ad Alejandro, quello passionale e tormentato ma indissolubile, che la unì al marito Diego Rivera, il "panzon" fedifrago che la tradì con tutte le “belle puttane” che lo circondavano compresa la sorella Cristina, i numerosi amanti che anche lei ebbe dalla fotografa Tina Modotti al rivoluzionario russo Leon Trotsky al fotografo Nickolas Muray (per citare i più famosi) ; perchè la Kahlo, con i suoi gioielli e i suoi abiti dai colori sgargianti e chiassosi da tehuana fece dei suoi evidenti problemi fisici e dei suoi tratti tipicamente maschili quali i baffetti e le sopracciglia folte e unite, che non tentò mai di nascondere, le sue più potenti armi di seduzione.
Quella che appare sfogliando le pagine del libro della Vinci, impreziosito dai sofisticati disegni, è l'immagine di una donna della due anime, una devastata dalla malattia, dalla disabilità, dagli aborti e dai tradimenti del marito, l'altra combattiva e fiera, che non si lascia abbattere dai drammi della vita; ecco perchè, ancora oggi, non possiamo far altro che venerare Frida come una “santa laica”.
Le ultime pagine del libro sono dedicate alla sua prima mostra personale in Messico realizzata nel '53 quando Frida, tornata al fianco di Rivera, ormai eccessivamente indebolita, si fece trasportare con il suo letto pur di partecipare all'inaugurazione.
Ormai stanca e consapevole della sua imminente dipartita la Kahlo scrisse sul suo diario “Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornre mai più”.Il suo ultimo e decisivo incontro con la Morte si svolse il 13 luglio 1954. Le sue ceneri sono conservate nella Casa Azul di Coyoacán.
Anna Carla Angileri