lunedì 13 febbraio 2017

Domus Aurea: una visita in cantiere per scoprire la residenza di Nerone



                                   “Finalmente posso vivere come un uomo!”











Queste le parole pronunciate da Nerone la prima volta che entrò nella Domus Aurea.

Dal 4 febbraio è possibile visitare il cantiere della casa dell’imperatore che sorgeva sul terreno devastato dal grande incendio che divampò a Roma nel 64 d.C.

Il visitatore avrà la possibilità di vedere ciò che resta della sontuosa casa del Princeps, fatta interrare da Vespasiano dopo la morte e la damnatio memoriae neroniana.
Dimenticata per secoli, la Domus che sorge sotto il colle Oppio,
venne riscoperta casualmente nel ‘400 e divenne fin da subito meta di pellegrinaggio di numerosi artisti i quali, lasciando traccia del loro passaggio incidendo i propri nomi sulle mura, già nel Rinascimento trassero ispirazione dagli splendidi dipinti che ornavano la villa.

Tracce di giallo, rosso pompeiano, figure geometriche e di personaggi mitologici dipinte dal celebre Fabullo e poi ancora la splendida Sala Ovale, ci danno già l’idea della maestosità della struttura ideata dagli architetti Severo e Celere che “ebbero l'ingegno e l'ardire di voler creare con l'arte, ciò che la natura aveva negato”; grazie ad uno straordinario filmato in 3D proiettato nella Sala della Volta Dorata saremo poi condotti nell’antica Roma e avremo la sensazione di entrare nella Domus Aurea così com’era ai tempi di Nerone.
Passeggeremo nel sontuoso giardino dominato da un lago artificiale che, pare, riproducesse l’effetto delle onde del mare, percorreremo il porticato e vedremo come la luce che invadeva le sale, oggi così tetre e buie, avesse un ruolo predominante per far risplendere quei colori vivaci delle pareti e dei soffitti.



                        



Finita la visita la Domus Aurea, in cui l’imperatore visse solo pochi anni prima della sua condanna a morte, scompare alle nostre spalle e ci ritroviamo davanti al Colosseo, l’anfiteatro che sommerse e prese il posto dei giardini neroniani e, cancellando le tracce dell’ultimo imperatore della gens Giulio Claudia, diventa il simbolo della seconda famiglia imperiale romana; la Gens Flavia.



                                                                                                       Anna Carla Angileri

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