venerdì 12 maggio 2017

Auguri Botero! A Roma si festeggia l'artista colombiano

Per festeggiare l’85esimo compleanno di Fernando Botero il Vittoriano dedica una personale all’artista colombiano.
Visitando le sale dell’esposizione saremo accolti da sculture e  tele grandi, immense, in cui tutti i personaggi ritratti diventano imponenti, abbondanti, voluminosi.

                                    


Amante dell’arte del passato Botero ne riprende i soggetti e li reinterpreta a modo suo, così, i Duchi di Urbino di Piero della Francesca, la Fornarina raffaellesca e i reali spagnoli ritratti da Velasquez diventano tutti oversize; a questa deformazione corporea non sfuggono neanche i soggetti religiosi e politici perchè come afferma l'artista

"Per me il piacere viene dall’esaltazione della vita
che esprime la sensualità delle forme. Per questa ragione, il mio problema formale è creare sensualità attraverso le forme. Il piacere di dipingere sta anche nel dare il colore e le dimensioni voluminose dei miei soggetti mi permettono di abbondare con il colore."



A conquistare l’attenzione e lo sguardo dello spettatore, oltre all’imponenza dei corpi, è quindi anche l’uso di colori vivaci e squillanti che ci porta direttamente alla memoria l’America Latina “dove tutto è più vero del vero e non c’è posto per le sfumature”.







Una sezione della mostra è proprio dedicata alla vita nella sua terra; i personaggi intenti a svolgere azioni di vita quotidiana appaiono tuttavia fermi, immobili, assenti.

             

Ed ecco che quando Botero ritrae i personaggi circensi  l'allegria trasmessa da quei corpi abbondanti e da quei colori sgargianti entra maggiormente in contrasto con l’impassibilità dei volti e degli sguardi che non incontrano mai quello dello spettatore; l'effetto è spiazzante.

La mostra resterà aperta fino al 27 agosto.

                                                                            Anna Carla Angileri

giovedì 11 maggio 2017

A Roma si celebra la Venezia Scarlatta




Lotto, Savoldo e Cariani, tre artisti del ‘500, veneziani di nascita o d’adozione, si danno appuntamento a Roma per celebrare il Rosso Scarlatto.


Lotto: Coniugi Cassotti

Savoldo: San Matteo e l'angelo

Nella Venezia del XVI secolo, infatti, il colore rosso era addirittura moderato da una magistratura che ne regolava l’utilizzo.

Ad infiammare una sala di Palazzo Barberini con tonalità di rosso diverse ma ugualmente squillanti sono cinque capolavori, provenienti da alcuni tra i più importanti musei nazionali ed internazionali quali l’Accademia Carrara di Bergamo, il Metropolitan Museum di New York, il Musée du Louvre di Parigi e il Prado di Madrid, che circondano Il Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lotto già esposto nel museo romano.

La veste di Giovanni Caravaggi ritratto da Cariani, la tunica di San Matteo dipinta da Savoldo, le Madonne, le sante e le nobildonne di Lotto, tra cui spicca Faustina Cassotti effigiata nel momento dell’infelice unione matrimoniale, elegantemente abbigliate con manti e vesti scarlatte di cui l'artista riesce  magistralmente a riprodurre l'effetto tattile, rivelano come il rosso fosse il colore favorito dai pittori lagunari per rappresentare valori civici, passioni religiose, devozioni private e affetti mondani.


Lotto: Nozze mistiche di Santa Caterina


C’è tempo fino all’11 giugno per lasciarsi sedurre dai sei splendidi “studi di rosso” veneti.

                                                                                            Anna Carla Angileri

sabato 6 maggio 2017

Frida Kahlo nelle immagini di Lucienne Bloch alla Thesign Gallery

©Lucienne Bloch


“Io ti odio!"

Sono queste le prime parole che Frida Kahlo disse alla fotografa Lucienne Bloch quando, durante un party al Moma di New York in onore del marito Diego Rivera, la Bloch si intrattenne tutta la sera con il muralista messicano.

Diversamente da tutte le altre donne che circondavano Rivera però, Lucienne diventò grande amica nonché confidente di Frida.
 La Bloch infatti fu accanto alla Kahlo nei momenti più difficili; durante l'aborto, la morte della madre e quando Diego la tradì con la sorella Cristina.

La mostra “Lucienne Bloch: dentro la vita di Frida Kahlo” organizzata alla Thesign Gallery di Roma racconta l'amicizia che legò le due donne unite da ideali politici e dall'amore per l'arte, e ci permette di cogliere gli aspetti più intimi e privati della vita di Frida.


                             
©Lucienne Bloch



Il punto di vista privilegiato di Lucienne ci offre la possibilità di scoprire una Frida inedita, ritratta non solo nelle vesti di pittrice, ma sopratutto di donna e di amante.

   
                               
©Lucienne Bloch


Nelle 76 immagini esposte in mostra Frida è ritratta accanto agli amici o mentre bacia appassionatamente Diego, ma le foto in cui si coglie maggiormente la sua essenza sono i primi piani in cui appare talvolta pensierosa e malinconica, talvolta sorridente e spensierata; sono immagini che parlano di una donna in grado di superare con forza il dolore e le difficoltà della sua vita. 

       
                    
©Lucienne Bloch

La mostra che apre oggi sabato 6 maggio si potrà ammirare fino al 1 luglio.


                                                                        

                                                                  Anna Carla Angileri

giovedì 27 aprile 2017

Dal Cavaliere errante all'astrattismo: il Mudec celebra Kandinsky



Per celebrare il centocinquantesimo anniversario delle nascita di Kandinsky, dal 15 marzo il Mudec (Museo delle culturer di Milano) dedica una grande mostra all’artista russo.

Ad essere esposte sono 49 opere e 85 tra lubki (stampe popolari), oggetti e coloratissimi manufatti provenienti dai più importanti musei internazionali, tra cui l’Ermitage di San Pietroburgo.



Le opere che ritraggono soggetti legati alle leggende e alla tradizione popolare quali il Cavaliere Errante e San Giorgio, patrono di Mosca, che sconfigge il Drago, testimoniano l’amore dell’artista per la sua Russia rappresentata in numerosi dipinti.

Non solo opere figurative, in mostra non possono mancare i dipinti che testimoniano la conversione dell'artista all'astrattismo di cui divenne il più importante degli esponenti







Una sezione dell’esposizione è dedicata poi al connubio tra musica e colore; Kandinsky, che suonava pianoforte e violino, affermava che “Da un punto di vista musicale l'azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello, quando diventa molto scuro al suono meraviglioso del contrabbasso. Nella sua dimensione più scura e solenne al suono profondo di un organo”.

A coinvolgere grandi e bambini sarà però l’ultima sala della mostra, una stanza oscura in cui sono proiettati movimenti di luce; lo spettatore è qui invitato ad interagire con l’istallazione e diventare parte dell’opera stessa, ad ogni suo gesto corrisponderà infatti un movimento dell’immagine.

La mostra sarà aperta fino al 9 luglio.

                                                                                            Anna Carla Angileri

lunedì 20 marzo 2017

Vivian Maier, a Roma in mostra la nanny fotografa



Il Museo di Roma in Trastevere dedica una mostra a Vivian Maier; tata di professione e fotografa per vocazione.

Gli straordinari scatti della Maier vennero scoperti solo nel 2007 quando l’immobiliarista John Maloof acquista, durante un’asta, parte dell’archivio di Vivian confiscato per un mancato pagamento.
Da quel momento le foto della Maier fanno il giro del mondo incantando i visitatori delle esposizioni che le sono dedicate.

A Roma, 120 fotografie in bianco e nero scattate tra gli anni ’50 e ’60,
una selezione a colori realizzata nel decennio successivo ed un filmato in super8, ci mostrano New York e Chicago, la gente sugli autobus, nei ristoranti , i saltimbanchi, i poveri nei vicoletti, i bambini che ridono, che piangono o che giocano per strada, e poi ancora i dettagli, quei particolari che solo i più curiosi possono notare, come due mani che si intrecciano; sono questi i soggetti che la fotografa ama ritrarre, le inquadrature poi sono talmente particolari da sembrare fotogrammi di film di cui non conosceremo mai il finale.





Oltre alle immagini che rappresentano la società americana negli anni di importanti cambiamenti sociali e culturali sono molti gli autoritratti della Maier presenti nel corpus della sua opera, questi  svelano il volto della grande artista che si celava dietro al sobrio aspetto di nanny.






La mostra sarà aperta fino al 18 giugno.

                                                                       Anna Carla Angileri 

domenica 12 marzo 2017

Colosseso, l'Anfiteatro Flavio racconta la sua storia



Nella mia errabonda giovinezza, rammento, in una notte come questa, sostai entro la cerchia del Colosseo, tra le altre reliquie di Roma onnipotente; nella mezzanotte azzurra gli alberi cupi ondeggiavano lungo gli archi frantumati e oltre gli squarci dei ruderi splendevano le stelle

                                                                                                                              
                                                                                                                          Byron

Dall'8 marzo il Colosseo ospita una mostra che racconta la sua storia.



                       
                      



Dopo aver goduto della bellezza e della maestosità dell'Anfiteatro Flavio, nell'ambulacro del secondo ordine l'esposizione ci permetterà di conoscere la vita millenaria del monumento più visitato al mondo.

Scopriremo come da edificio di spettacolo, nel corso dei secoli, vivrà nuove fasi di vita, con funzioni completamente diverse.

In esposizione troveremo modellini che ci mostrano il mutamento degli ambienti sottostanti la cavea in stalle e magazzini, poi ancora sculture e fregi o addirittura gioielli ed ornamenti persi da distratti visitatori di epoche passate e ritrovati dai più attenti archeologi durante svariate campagne di scavo.
                


                           



Già negli anni del Gran Tour il Colosseo suscitò il fascino e l'interesse di poeti, scrittori ed artisti che si recavano a Roma; Goethe nel suo Viaggio in Italia annota

Quando si è visto questo monumento tutto il resto sembra meschino; è così grande che la sua immagine non si può contenere tutta nello spirito; ce lo ricordiamo più piccolo, e se vi ritorniamo ci sembra più grande

Tra le opere più interessanti  del '700 esposte in mostra troveremo poi due splendide acqueforti di Piranesi.
Il fascino e l'interesse per l'Anfiteatro Flavio non si arresta nel '900 ma anzi giunge fino ai nostri giorni

Bisognerebbe abbattere il Colosseo e rifarlo uguale ma in plastica 

afferma Goffredo Parise negli anni '60, quando la Pop Art romana eleggeva il monumento a feticcio della cultura italiana così come le bottiglie di Coca Cola rappresentavano l'identità americana.



                 




A rappresentare il Colosseo sarà anche Guttuso di cui possiamo ammirare un dipinto in esposizione.
La mostra si chiude con l'interpretazione di Paolo Canevari che trasforma l'Anfiteatro Flavio in uno pneumatico che porta sulle spalle come a sostenere il “peso” della storia.







                                                                                                     Anna Carla Angileri

giovedì 9 marzo 2017

Boldini, al Vittoriano si celebra la Belle Epoque




E' un viaggio ai tempi incantati della Belle Epoque quello che potremmo intraprendere visitando la mostra che il Complesso del Vittoriano di Roma dedica a Giovanni Boldini, l'artista italiano che più di chiunque altro è riuscito a rappresentare l'eleganza di fine Ottocento tra l'Italia, l'Inghilterra e la Francia.
Protagoniste dei 150 dipinti esposti in mostra, provenienti dai più importanti musei nazionali ed internazionali, sono le donne.
Ritratte a teatro, nei caffè o in sontuosi salotti, intente a leggere o che volgono lo sguardo fiero e sensuale verso lo spettatore, le nobili dame ritratte, sfoggiano tutte abiti elegantissimi, cappellini alla moda, ombrellini, ventagli e preziosi gioielli; non passeranno inosservate Madame Remy Salvator o Anita De La Feria ma ospite d'eccellenza nelle sale del Vittoriano sarà la grande tela dedicata a Donna Franca Florio, capolavoro simbolo della Belle Epoque e della Palermo felicissima.


                             


Dama di singolare fascino e bellezza, Donna Franca, chiamata Regina di Sicilia e definita da D’Annunzio “L’unica. Una creatura che svela in ogni suo movimento un ritmo divino” è ritratta con lo sguardo languido e pensieroso mentre sfoggia il suo abito sofisticato impreziosito dalla collana di perle.

Oggi l'opera è stata messa all’asta, se finisse in mani private la mostra romana potrebbe essere una delle ultime occasioni per ammirare il ritratto di Donna Franca.

Nelle sale del Vittoriano sono esposti anche 30 dipinti di artisti contemporanei a Boldini, tra cui Corcos e Tissot, che hanno immortalato il fascino di quegli anni.

La mostra sarà aperta fino al 16 luglio.

                                                                                                       Anna Carla Angileri