sabato 16 dicembre 2017

Leica, al Vittoriano si celebra la storia della fotografia


Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei. Per me è la macchina fotografica.

Con queste parole Henri Cartier-Bresson descrive la macchina fotografica con cui realizzò i suoi più grandi capolavori.


Dal 16 novembre, al Complesso del Vittoriano, una mostra racconta i 100 Anni di fotografia Leica; la compatta "Ur-Leica", infatti, rivoluzionò il modo di fare fotografia, sostituendo i pesanti apparecchi usati fino a quel momento.


In mostra sono esposte, 350 stampe originali dei fotografi che utilizzarono la Leica dagli anni '20 del '900 fino ad oggi, filmati, locandine vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri.

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 Dal bianco e nero al colore, dai primi scatti dell’inventore Oskar Barnack alla rivoluzione del digitale, dalle foto che hanno fatto la storia come quella che ritrae Che Guevara realizzata da Alberto Korda, all'iconico Bacio di Alfred Eisenstaed, al ritratto di Kate Moss di Paolo Roversi, e poi ancora dai reportage di guerra di Robert Capa alle fotografie di moda di Christer Strömholm, scopriremo l'eclettismo della Leica, che ieri, come ancora oggi, viene utilizzata da fotografi e per scopi molto diversi.

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Oltre ai famosissimi scatti del già citato Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin la mostrra del Vittoriano ci darà la possibilità di avvicinarci al lavoro di numerosi maestri che nell'ultimo secolo hanno scritto, con i loro obiettivi, la storia della fotografia firmata Leica.

                                                                                                                    Anna

martedì 28 novembre 2017

Monet al Vittoriano, dalle caricature al giardino di Giverny



Anche quest’anno Roma celebra l’Impressionismo dedicando una personale ad uno dei più celebri artisti del movimento; Claude Monet.


La mostra curata da Arthemisia, comprendente circa 60 opere del pittore francese, è stata inaugurata al Complesso del Vittoriano il 19 ottobre.


Percorrendo le prime sale espositive lo spettatore sarà sicuramente sorpreso nel costatare che le prime opere realizzate dall'artista furono delle sorprendenti caricature risalenti agli anni '50 dell’800.

Proseguendo lungo il percorso potremo ammirare gli splendidi paesaggi rurali ed urbani di Parigi e Londra; tra questi spicca il Parlamento di Londra in cui l’edificio diventa tutt’uno con l’atmosfera circostante.




               “Il mio giardino è l’opera più bella che io abbia mai creato”


Con queste parole Monet si riferiva al giardino di Giverny che creò con molta cura.


Con un po’ di fantasia, visitando le sale della mostra, possiamo immaginare di essere proprio a Giverny e passeggiare nel giardino dell’artista.


Molte sono le opere che rappresentano gli alberi e i fiori preferiti e fatti piantare da Monet; i salici, il roseto e poi le famose ninfee ritratte, quasi ossessivamente, nei vari momenti dell’anno.

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Nell’ultima sala campeggiano poi tre grandi opere che stupiscono per grandezza e vivacità cromatica; in due di essi sono rappresentati i glicini che coronavano il ponte giapponese che sormonta lo stagno delle ninfee, Le ninfee dominano, ancora una volta, il terzo dipinto della serie.





La mostra sarà aperta fino all’11 febbraio.






                                                                                                                       Anna

domenica 26 novembre 2017

Arcimboldo, a Palazzo Barberini le Teste Composte incantano grandi e bambini



Palazzo Barberini dedica una mostra al più fantasioso e geniale artista del '500, capace di affascinare grandi e bambini; Giuseppe Arcimboldo.
Primavera
Acqua
Ad essere esposti sono disegni, studi preparatori e dipinti che rivelano la straordinaria abilità creativa dell'artista, nonchè opere dei suoi allievi.
La mostra si apre con le vetrate istoriate del duomo di Milano i cui disegni furono realizzati proprio dall'artista milanese.

                                         
Ad incantare lo spettatore però saranno le allegorie delle Stagioni; quelli che da lontano potrebbero sembrare tipici ritratti rinascimentali, colti di profilo, sono invece Teste Composte, in modo sublime, da intrecci di fiori e frutti.
 Tra gli elementi spicca l'Acqua, rappresentata da una donna il cui volto è composto da una serie infinita di pesci, granchi, tartarughe, polipi e qualsiasi altro genere di animale marino; a nobilitare il suo profilo sono la collana e gli orecchini di perle.
Ma Arcimboldo non smette di stupirci ed ecco che restiamo a bocca aperta di fronte alle Teste Reversbili; quello che potrebbe sembrare un semplice piatto di verdure guardato allo specchio diventa il simpatico volto di un Ortolano.

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Ortolano
                                         
Neanche il ritratto del Bibliotecario sfugge alla rivisitazione arcimboldesca: il suo viso, i suoi capelli così come le sue braccia non potevano che essere rappresentati da un'originlissima composizione di libri.
Bibliotecario
                                                   
                                             
Non solo opere degli allievi, la mostra si chiude con una scultura dello stilista Roberto Capucci che, con la Testa Composta da bottoni e altri materiali del suo atelier, rende omaggio ad Arcimboldo.


                                                                                                                  Anna

sabato 25 novembre 2017

Picasso torna in Italia; le sue opere in mostra alle Scuderie del Quirinale

Per festeggiare il centenario del primo viaggio in Italia
Arlecchino musicista




di Pablo Picasso, le Scuderie del Quirinale celebrano il maestro del Cubismo con una grande mostra.

Era infatti il 1917 quando Picasso visita Roma e Napoli restando fortemente affascinato dalla cultura italiana, dalle rovine della capitale così come da Pompei.
In Italia Picasso giunge al seguito di Jean Cocteau, drammaturgo e scenografo, per collaborare alla realizzazione di Parade, un balletto che sarebbe stato messo in scena dai Ballets Russes; in quegli anni la compagnia aveva sede a Roma.


La mostra delle Scuderie, dunque, racconta il periodo italiano del maestro spagnolo; si potranno quindi ammirare dipinti in cui i personaggi della Commedia dell’arte incontrano il Cubismo, un esempio interessante è Arlecchino musicista.


Altre opere come La corsa, immagine simbolo della mostra, rivelano l’interesse di Picasso per l’arte classica; le due donne intente a correre rievocano infatti le menadi danzanti.
La corsa
Tra le sale delle Scuderie non poteva mancare il ritratto di Olga Khochlova, ballerina russa conosciuta a Roma, che divenne la prima moglie del pittore.
Una sezione della mostra è poi dedicata proprio ai balletti; qui troveremo interessanti ritratti del compositore Satie, disegni, bozzetti per le scenografie e addirittura abiti di scena per Parade e Pulciinella.
L'immagine può contenere: spazio al chiuso
Sipario per Parade

Proprio il sipario per Parade, realizzato da Picasso potrà essere ammirato nella splendida sala affrescata da Pietro da Cortona a Palazzo Barberini; antico e moderno, l’arte di Picasso e il barocco italiano, si sposano in modo sublime.

La mostra sarà aperta fino al 21 gennnaio.

                                                                                                                       Anna

giovedì 16 novembre 2017

Hokusai, l’arte giapponese incanta Roma


All’Ara Pacis si celebra Hokusai.


L’esposizione ci dà la possibilità di scoprire la produzione dell’artista giapponese conosciuto in Occidente per la sua Grande Onda.




Ad essere esposte sono oltre 200 opere che mostrano la splendida natura giapponese, attività quotidiane e mestieri tipici, in cui l’artista rivela la sua straordinaria abilità nella rappresentazione dei particolari.



Molti sono i dipinti su carta o su rotoli di seta, realizzati da Hokusai e dai suoi allievi, che rappresentano la bellezza femminile; le cortigiane e le geishe, avvolte in splendidi kimoni, rappresentano il mondo della moda e della seduzione. Ad essere esposte sono anche le più popolari silografie, tra queste l’immagine della cortigiana che ispirò gli artisti occidentali e in particolare Van Gogh che la copiò più volte.





Una sezione è poi dedicata alle immagini erotiche, in cui vengono esplicitamente rappresentati gli amplessi sessuali; tali opere vennero censurate dal governo del tempo.



La mostra si chiude con i 15 volumi di Manga e manuali dedicati allo studio degli allievi del Maestro.

L’esposizione sarà aperta fino a gennaio.

lunedì 25 settembre 2017

Dalle vedute di Roma alle Carceri, Piranesi in mostra a Palazzo Braschi



Palazzo Braschi, a Roma, ospita la mostra “Piranesi, la fabbrica dell’utopia”.






Al piano nobile dello splendido edificio di piazza Navona si potranno ammirare oltre 200 opere grafiche dell’architetto e incisore veneto.
Piranesi, ammaliato dalla grandezza di Roma, dove si trasferì nel 1740, ne ritrae qualsiasi angolo. Le sue "Vedute di Roma", che ritraggono le grandiose rovine così come i monumenti rinascimentali, mostrano la particolare precisione che l'artista pone nella rappresentazione dei dettagli.
I visitatori ammireranno splendide immagini di luoghi notissimi del glorioso passato dell'Urbe, dai  Fori a Piazza di Spagna, dal Colosseo a Castel Sant’Angelo, ma anche opere che rappresentano monumenti non sempre inseriti nei classici giri turistici odierni ma che erano tappe imperdibili del Grand Tour settecentesco; un chiaro esempio è l’acquaforte in cui è rappresentato il Mausoleo di Cecilia Metella.



Proseguendo la visita ammireremo i fantasiosi "Capricci" eseguiti sotto l'influsso di Tiepolo, a lasciare a bocca aperta lo spettatore sono gli intrichi di scale, le grate e gli strumenti di tortura delle "Carceri" che sembrano anticipare Escher; la prospettiva è geometricamente ineccepibile eppure sfuggente.

                     

Alla fine del percoro un video in 3D ci farà entrare materialmente nell’opera dell’artista veneto in modo da godere a pieno delle invenzioni piranesiane.



La mostra sarà aperta fino al 15 ottobre.

                                                                                           Anna Carla Angileri

domenica 10 settembre 2017

I labirinti del cuore, tra Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo si celebra l'amore rinascimentale

Ruota attorno al ritratto di Giorgione raffigurante “I due amici” la mostra “I labirinti del cuore” esposta tra Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo.
Il pittore di Castelfranco può infatti essere considerato il primo artista a rappresentare sulla tela gli stati d'animo e i sentimenti d'amore di cui ne è chiara prova il Doppio ritratto esposto a Palazzo Venezia; mentre in passato si prestava particolare attenzione alla rappresentazione dello status sociale degli effigiati i Due amici di Giorgione hanno vesti piuttosto sobrie ma ci mostrano il loro mondo ed il loro animo.
Il protagonista, in particolare, ha un'espressione melanconica, non è solo lo sguardo a parlarci del sentimento d'amore che sta provando ma anche l'arancia amara che tiene in mano, all'epoca definita melangolo.
In una sala di Palazzo Venezia un grandissimo schermo ci offrirà la possibilità di cogliere i dettagli delle opere del maestro.



La mostra prosegue a Castel Sant'Angelo dove dipinti di altri artisti italiani del tempo, da Tintoretto a Licinio a Bronzino, rivelano l'attenzione riservata ai “labirinti del cuore”.






Nelle tele esposte noteremo un susseguirsi di mani che si sfiorano, sguardi che si incrociano e braccia che si uniscono per rappresentare tutte le forme dell'amore, da quello passionale a quello familiare.



L'ultima sezione della mostra è invece dedicata all'assenza della persona amata, a darne chiara prova è il dipinto di Licinio raffigurante una dama che tiene in mano il ritratto del marito.









La mostra sarà aperta fino al 17 settembre.

                                                                                                           Anna Carla Angileri